2018-06-29

Il mese scorso la prima squadra di basket del Malaspina Sport Team ha conquistato la serie D. Un traguardo semplicemente fantastico. Quello che però non si sa è cosa, anzi chi, c’è dietro a un percorso così importante come quello che hanno e stanno tuttora compiendo i nostri giovani atleti. Monica Arculeo, imprenditrice di San Felice laureata alla Bocconi, fa parte di questa realtà da una vita e, in qualità di presidente della società, è il perno dei successi dei Frogs. «Sono entrata nell’orbita di questa realtà quando ero piccola e giocavo a basket sotto la guida di Grazia Parodi, storica trascinatrice del gruppo», racconta Monica. «Poi, una quindicina di anni fa, io e alcuni genitori abbiamo deciso di far ripartire il progetto e, quasi per gioco, abbiamo messo in piedi una squadra di 15 bambini dai 5 agli 8anni. Fin dai quei tempi, esattamente come ora, eravamo spinti da una grande passione e dalla voglia di metterci in gioco, e in più lo spirito di San Felice, il suo entusiasmo e la grinta che già si respirava ci hanno aiutato a prendere il via». Dopo pochi anni il movimento è cresciuto, al punto tale che oggi il Malaspina Sport Team conta 450 ragazzi e ha diversi campi di allenamento: la palestra del liceo Machiavelli, il David Lloyd Sporting Club e altre strutture in zona città studi a Milano. Attualmente la società conta 23 squadre, che coprono tutte le categorie, oltre al fortissimo gruppo che appena poche settimane fa ha scalato la vetta della promozione in serie D, un traguardo che ha dell’incredibile. «Loro sono i nostri ragazzi, molti li conosciamo da quando avevano 6 anni e vederli arrivare a questo punto del loro percorso di vita è qualcosa di straordinario», spiega la presidente. «Quello che è nato per gioco è diventato un viaggio stupendo, animato dalla volontà di fornire ai ragazzi un contesto nel quale crescere in modo sano, come è successo a me e ai miei amici quando eravamo bambini. Al momento siamo una grande famiglia, che va dai 3 ai 50 anni, in cui si percepisce un’atmosfera estremamente coinvolgente. Basta vedere quante persone ci hanno seguito nella trasferta di Pesaro o al Forum di Assago, dove abbiamo portato 300 persone nell’ambito di un’iniziativa dell’Armani Junior Project. Quello che ci ha sempre contraddistinto è la coesione, tra i giocatori, lo staff e anche tutte le persone che ci sostengono o che lavorano dietro le quinte. Questo è il nostro obiettivo, far crescere i giovani in un ambiente fatto per loro e dargli gli strumenti per affrontare la vita con responsabilità e passione. Se giochi così poi i successi sono quasi  matematici. Comunque per noi la vittoria della stagione appena passata è la realizzazione di un sogno, proprio per quanto detto prima: i protagonisti  sono gli stessi ragazzi ai quali abbiamo visto fare i primi passi sul parquet anni fa. Lo sport è un tassello importante per la vita di ognuno di noi e io in particolare mi sento responsabile per questi giovani appassionati». In più, Monica e tutta la società promuovono dei percorsi paralleli volti a dare alle famiglie gli strumenti giusti per contribuire alla crescita sana dei figli, come il progetto di formazione contro il fumo che stanno portando avanti in collaborazione con l’istituto dei tumori e le iniziative nel contesto dell’alternanza scuola lavoro che inizieranno con l’istituto Machiavelli. «Credo che l’essere madre di 3 figli mi abbia aiutato molto in questo periodo», ammette la sanfelicina. «Loro mi hanno spesso dato la forza per continuare su questa strada. E poi una grossa influenza l’ha avuta sicuramente la mia esperienza di imprenditrice, d’altronde gestire una struttura così importante richiede delle doti manageriali non indifferenti». Al momento Monica si trova a Molveno, dove da 15 anni organizza un camp multisport per ragazzi che vuole essere anche una sorta di vacanza dopo le fatiche dell’anno scolastico e sportivo. «Ora sono qui, mentre nelle strutture del David Lloyd si sta svolgendo un altro campo estivo organizzato sempre da noi. Presto però raggiungerò l’oasi Zegna di Bielmonte dove avremo un ritiro riservato al basket, insieme anche a un allenatore di serie A. Questo sempre per continuare il nostro percorso verso una maturità sportiva e umana, percorso che non sarebbe possibile senza le strutture che ci offrono gli spazi, gli sponsor che ci sostengono e tutte le persone che ci supportano sempre. E, ovviamente, senza i nostri ragazzi».
Mattia Rigodanza