2019-02-01

Se la sua forza politica è al governo in Italia, a Segrate si trova da solo a difendere, in consiglio comunale, le idee e i progetti del Movimento Cinque Stelle. Lui è Diego Dimalta, capogruppo dei grillini. Vediamo un po’ cosa ha da raccontarci.
Togliamoci subito il pensiero e iniziamo con una domanda secca: vi state già preparando per le amministrative dell’estate 2020?
(Ride) «Stiamo cercando di capire chi sarà il nostro candidato sindaco, visto che io non ripeterò l’esperienza di quattro anni fa. Dovrà essere una persona in grado di prendere in mano la squadra e ci stiamo muovendo in questo senso».
Ma lei non si ricandiderà neppure per il consiglio comunale?
«No, a meno che non manchino persone per chiudere la lista. I miei progetti futuri non prevedono la politica».
A questo punto che giudizio dà della sua esperienza in consiglio comunale?
«Partirei dicendo che ho fatto tanto: più di 30 interrogazioni e diverse mozioni, di cui solo due sono state accolte. Fin dall’inizio il mio approccio è stato collaborativo, ho sempre cercato di creare piuttosto che distruggere. Per spiegare la mia esperienza dovrei fare qualche esempio».
Prego...
«La commissione per Novegro, di cui ero presidente, prevedeva che il sindaco presentasse un progetto e che i componenti si incontrassero per discuterne. Insomma, un lavoro di collettivo. Però il progetto non è mai stato presentato, di fatto togliendo la benzina al motore della commissione e facendo venire meno ogni presupposto di collaborazione».
Questo come mai, secondo lei?
«Perché parte della maggioranza e della giunta hanno deciso di boicottarci. Si potevano fare piccoli passi insieme, ma a qualcuno questo dava fastidio».
Mi pare quindi di capire che il giudizio sulla sua esperienza politica non sia per nulla positivo...
«Già. Purtroppo in politica regna ancora la vecchia abitudine che se qualcosa viene proposto dalla parte avversa allora si deve remare contro, anche se porterebbe giovamento alla comunità. Peccato, perché io non avevo alcun preconcetto verso nessuno».
Lei fa parte dell’opposizione, ma sbaglio se dico che esiste una minoranza formata da Lega, Forza Italia, PartecipAzione e poi ci siete voi del M5S?
«Non sbaglia. Io non ho mai partecipato ad alcuna riunione di minoranza. Propongo le mie cose, poi se qualcuno le vuole portare avanti con me, bene, altrimenti proseguo da solo. E ho sempre fatto lo stesso con le proposte degli altri: se le trovo interessanti le appoggio».
La querelle sul buco di Bilancio vede da una parte la maggioranza e dall’altra le forze di minoranza che hanno governato in passato. Che idea si è fatto lei di tutta la vicenda?
«Personalmente avrei evitato la parte del “è colpa di...”. Sono 4 anni che in consiglio comunale non si sente dire altro da questa maggioranza. Io sono pragmatico e non mi concentro a individuare chi ha creato un problema, ma su come risolverlo. In un secondo momento si ragionerà su di chi è la colpa».
Ma questo buco c’è o non c’è?
«Non sono un esperto di Bilanci, però all’inizio si parlava di 13 milioni di buco, ma periodicamente la cifra continuava a cambiare. È mancata chiarezza».
Ma c’è o non c’è, secondo lei?
«Mi pare di capire che ci sia e si assesti sui 15 milioni, anche se secondo me la vicenda è stata affrontata in maniera errata e precipitosa».
In che senso?
«Hanno messo in predissesto il Comune e pochi mesi dopo sono entrati  15 milioni da Westfield, catalogati come sopravvenienza attiva. Ma non è così, visto che si sapeva che questi soldi sarebbero arrivati. Anche se il buco di Bilancio c’era, mettere un Comune in predissesto è stato un azzardo, viste le conseguenze che ha portato, come le varie aliquote portate al massimo. Forse si poteva essere un po’ più accorti».
Quindi che voto si sente di dare a questa amministrazione?
«Molto basso, anche se mi spiace. Al suo interno ci sono persone che stimo, ma anche le peggiori persone nei posti peggiori. E queste ultime hanno portato la maggioranza su strade sbagliate».
Chi sono queste persone che stima? E quelle che considera peggiori?
«I nomi delle seconde non li farò mai.  Su chi invece apprezzo, posso dire che l’assessore De Lotto è una punta di diamante. E, pur non condividendo la sua linea, anche il vicesindaco Stanca lo considero molto competente».
E del sindaco cosa mi dice?
«Troppe volte si è fatto influenzare  in maniera significativa da correnti che l’hanno portato in direzioni diverse da quello che aveva promesso  in campagna elettorale. E poi ha fatto proclami che anche lui sa non realizzabili, come quello dell’arrivo della linea 4 della metropolitana entro il 2020».
E che voto darebbe a Dimalta?
(Sorride) «Al mio lavoro da consigliere darei la sufficienza abbondante. Faccio però autocritica perché non sono stato bravo, e con me il mio gruppo, a comunicare la mole di lavoro fatta. Fare opposizione significa studiare, imparare, tirare fuori problemi e non mi sono tirato indietro. Mi rendo conto che non tutto però è emerso. Ci tengo inoltre a dire che io non prendo il gettone di presenza. A Segrate non costo nulla. Anche questo particolare credo incida sul mio voto».
Però a un certo punto ha pensato di dare le dimissioni?
«Vero. O le cose le fai bene o non le fai. E in quel periodo avevo numerosi impegni professionali che mi portavano via troppo tempo. Però poi sono riuscito a riorganizzarmi e ho deciso di restare».
In questo ultimo anno e mezzo su cosa si spenderà?
«Sull’ambiente, vorrei che Segrate potesse diventare un Comune “Plastic free” e su Novegro. Voglio convocare di nuovo la commissione. Il sindaco sostiene che ci sono 500mila euro per il quartiere. Voglio capire come verranno spesi».
Passiamo al nazionale: la soddisfa questo governo?
«Se ci fosse un governo formato solo dal M5S sono certo che le cose andrebbero certamente meglio, ma l’assurda legge elettorale ci ha costretto a cercare un’alleanza. Detto questo, mi pare che abbiamo già realizzato il 70% delle nostre proposte elettorali più importanti».  
Ma lei era favorevole a un accordo con la Lega?
«Penso che gli elettori della Lega siano mossi da valori simili a quelli del M5S, come la legalità e la razionalizzazione delle spese. E questo è un dato di fatto. Posso però ammettere che non mi trovo d’accordo con i loro leader nel momento in cui vanno a stigmatizzare la parità di diritti come quelle tra etero e omosessuali. E non condivido certe uscite un po’ troppo estreme».
E sui respingimenti, che mi dice?
«Che è sbagliato accumulare rifugiati e immigrati. I primi sono tutelati dal diritto internazionale e vanno accolti, i secondi per entrare in Italia devono rispettare la trafila prevista dalla legge. E sui barconi chi fugge dalla guerra non supera il 20%».