2019-06-14

Ha iniziato questa legislatura come consigliere comunale, salvo passare in giunta un anno e mezzo fa. Lei è Barbara Bianco, sentiamo cosa ha da raccontare.
Com’è stato entrare in corsa in una giunta che si dice molto affiatata?
«Difficile, visto che è un gruppo davvero coeso. In più, la mia delega ai Servizi Sociali è molto complicata. Il fatto che ci siano stati diversi interregni ovviamente non ha aiutato la continuità progettuale. Fortunatamente chi lavora in questo settore è davvero  preparato e capace di affrontare ogni difficoltà».
Meglio essere assessore o consigliere comunale?
«Sono due ruoli completamente diversi, ma preferisco quello di assessore, perché più operativo e perché comprendi una serie di dinamiche che come consigliere ti sfuggono. Si lavora con una macchina comunale che ha una gestione importante, con 179 dipendenti. Ci sono equilibri da rispettare e serve trovare una giusta collaborazione con gli uffici, cosa non scontata».
Lancio una provocazione: Segrate è un Comune ricco, quindi i Servizi Sociali sono una passeggiata?
«I Servizi Sociali non sono mai una passeggiata. Per quanto un Comune sia ricco, esistono sempre delle criticità. Anche Segrate ha subito il contraccolpo della crisi economica e persone che non sapevano neppure dell’esistenza dei Servizi Sociali si sono trovate ad avere bisogno di un accompagnamento nel loro percorso. E per chi non vi è abituato questo è molto traumatico».
Insomma, mi pare di capire che a Segrate sia più complicato...
«In un certo senso direi di sì. Spesso è difficile far capire a certe persone che Servizi Sociali non è sinonimo di allontanamento dai figli. Esistono diversi tipi di accompagnamento, sia individuali che per nuclei. E, spesso, chi si rivolge a noi non si rende realmente conto di cosa abbia davvero bisogno».
Quindi, esiste il nuovo povero?  
«Esistono nuove fragilità. Nell’immaginario collettivo chi ha bisogno è sempre inserito in una precisa fascia della popolazione. Invece si rivolgono a noi degli insospettabili, gente che vive a Milano 2 o San Felice».
Davanti a un impegno di tale portata, come mai ha chiesto di occuparsi anche della Polizia Locale?
«Per diversi motivi, tra i quali il fatto che il comandante della Polizia Locale, Lorenzo Giona, è anche il dirigente dei Servizi Sociali e , quindi, esiste una sinergia importante. E ci terrei a dire anche che i nostri vigili sono davvero molto preparati a svolgere incarichi che riguardano questo settore».
Lei ha anche la delega a Famiglie e Unioni. Crede che Segrate debba fornirsi di un registro delle coppie di fatto?
«Credo che nel 2019 sia necessario valutarne la fattibilità. A Segrate tutti coloro che fanno una qualsiasi scelta d’amore sono i benvenuti. Nessuno di noi penso abbia il titolo per decidere in merito alla loro gioia».
Lei in passato ha anche ricoperto il ruolo di segretaria cittadina del Pd. Vista la sua esperienza, che idea si è fatto dell’attuale segretario, Francesco Di Chio? E che suggerimenti si sente di dargli?
«Non credo che Francesco abbia bisogno di consigli particolari. Fin da subito ha dato la sua impostazione al partito, con scelte coraggiose, indipendentemente dal fatto che siano tutte condivisibili o meno. È giovane, impara in fretta  e l’esperienza che ha fatto in giunta l’ha formato. Affronta le questioni con la consapevolezza delle difficoltà che incontra un’amministrazione. Questi gli permette di fare politica entrando maggiormente nel dettaglio».
Per tanti anni è stata seduta sui banchi di minoranza. Che idea si è fatta dell’attuale opposizione? Tende a capirla quando si lamenta, o no?
«Non è questione di capirla. L’opposizione è un ruolo fondamentale nella vita democratica di una città. Quando però, in consiglio comunale, si discute di Bilancio o di Pgt e si presentano in due o tre, senza dire quasi nulla, facendoci chiudere la seduta in poco tempo, qualcosa vorrà pur dire. Presentano mozioni e interrogazioni su microproblemi, che ci sta anche, ma sulle questioni di grande importanza che fanno? Postano qualcosa su Facebook, giusto per avere il “like” di chi non può conoscere a fondo le dinamiche di una vita amministrativa. Ma, in aula, preferiscono l’assenteismo o il silenzio. Ricordo che la politica si fa anche, e soprattutto, nelle sedi istituzionali».
Non mi sembra un giudizio positivo...
«Personalmente vado d’accordo con tutti, ma diciamo che quando facevamo noi opposizione, l’idea della Segrate che avevamo usciva chiaramente. Questa minoranza la vedo scollata».
Qual è la cosa di cui va più fiera da quando fa politica?
«Ce ne sono tante, tra cui avere avuto l’onore di essere segretaria cittadina del Pd molto giovane. Ma la cosa di cui vado maggiormente fiera è che sono riuscita a occuparmi della cosa pubblica, facendo davvero qualcosa per i segratesi, tramite i Servizi Sociali».
E il suo più grande errore?
«Ne ho fatti sicuramente molti, ma non credo gravi. Ho sempre agito in assoluta coscienza e buonafede».
Tra un anno, che accadrà a Segrate?
«Non torno sulle difficoltà economiche  che abbiamo trovato, comprovate dalla Corte dei Conti, e che abbiamo dovuto affrontare. Sottolineo, invece, il lavoro che stiamo portando avanti, già tangibile e che tra un anno sarà ancora più evidente».
Quindi?
«Credo che avremo la forza di rivincere le elezioni, perché stiamo dimostrando la nostra credibilità».
Senza le primarie?
«Per Statuto il Pd le prevede. Ma noi un candidato l’abbiamo già».
E il suo futuro?
«Mi piacerebbe proseguire i tanti progetti che abbiamo in campo, ma sono a disposizione del partito e del mio sindaco».