2019-11-22

Sono passati circa due mesi dalla sua nomina ad assessore ai Grandi Eventi, allo Sport e alle Politiche Giovanili. Lui è Raffaele Vailati che prima ricopriva il ruolo di consigliere.
Cosa è cambiato da quando è stato nominato assessore?
«Tante cose. Prima di tutto è aumentata la quantità di tempo e di impegno richiesti per seguire le deleghe e gli argomenti collegati. Rispetto a essere un consigliere con delega, ho un rapporto più stretto con la macchina comunale e devo occuparmi di molti più aspetti sia quotidiani che di lungo periodo. Infatti, dedico un po’ meno tempo alla mia famiglia, e questo mi spiace».
E invece il suo impegno nell’organizzazione degli eventi?
«Sono ancora più coinvolto e mi posso relazionare direttamente con gli uffici, cosa che per molti versi facevo anche prima. Ora il rapporto è più diretto e ho voce anche dal punto di vista economico. Voglio continuare a portare innovazione, anche abbandonando le strade facili o tradizionali».
Si può dire, allora, che anche prima della nomina lei svolgesse un ruolo vicino all’assessorato?
«Cambiano gli strumenti e il livello di responsabilità. Non il fatto che non considero gli eventi come un aspetto marginale, dato che per me sono l’occasione per creare unione nella città e per dare volano alle associazioni e al commercio locale. So che per qualcuno possono sembrare soldi buttati ma invito tutti a partecipare per arricchire l’offerta e comprenderne le potenzialità».
E il suo rapporto con i cittadini, invece, come è cambiato? La vedono in modo diverso ora?
«Non mi sembra, forse sono io che ora voglio essere più utile. Vorrei proporre soluzioni rapide ed efficaci ai loro problemi. Credo che quando si fa politica ci si debba spendere in prima persona e metterci la faccia. Io ci metto anche il mio tempo e le mie capacità. Voglio insistere su un fatto: ascolto i consigli e la collaborazione di tutti, così come chiedo impegno e “mente aperta”».
Si sta rivolgendo anche alla minoranza consiliare?
«Ho sempre cercato il dialogo e la collaborazione, non ho mai smesso di farlo, nemmeno quando il mio lavoro è stato sminuito. Sono fatto così. Capisco che le dinamiche consigliari portino spesso a interpretare ruoli iscritti nel risultato elettorale, però ci sono anche consiglieri che spesso vanno oltre questo e ciò mi fa piacere. Al tempo stesso non ammetto giudizi superficiali di chi guarda da lontano le cose. Le azioni amministrative sono molto complesse, regolate da norme a volte incomprensibili, ma che vanno rispettate. Occorre l’umiltà di fare domande e di proporre soluzioni invece di pontificare».
A proposito di dinamiche assembleari, lo sport dovrebbe essere una tematica trasversale, come fa a creare screzi in politica?
«La politica potrebbe litigare su qualsiasi cosa, anche se non dovrebbe farlo. Non crea screzi ma scambi di opinioni se si lavora per il bene comune, se si vuole migliorare la qualità della vita, se si lasciano da parte i protagonismi e gli interessi elettorali. Lo sport unisce per definizione, se divide non è sport».
Già che siamo in tema, quali novità porterai nella vita sportiva di Peschiera?
«Sono partito dalla sicurezza, in particolare dal tema defribrillatori. Però il grande impegno sarà migliorare ed estendere l’offerta di impianti sportivi alle associazioni e ai cittadini che fanno sport. C’è tanto sport a Peschiera, ma necessita di infrastrutture sicure, efficienti e che consentano ai nostri sportivi di puntare ad obiettivi sempre più stimolanti».
Crede che sarà facile portare un apporto migliore rispetto a quello di Chiara Gatti?
«No, non sarà facile. Parto dal suo lavoro mettendoci il mio contributo. Chiara si è dedicata con impegno a questioni molto importanti, anche lavorando con lei ho imparato molto».
Quali questioni intendi portare avanti durante il suo mandato?
«Oltre ai punti programmatici voglio concentrarmi sul tema dei giovani, delle loro potenzialità e del loro legame con la città. Sono partito subito da questo aspetto, sia nello sport che nel progetto web radio. Credo che siano una fetta di cittadinanza che vada riconsiderata e valorizzata. I giovani hanno bisogno di informazioni, occasioni e fiducia. A volte la politica, a tutti i livelli, tende a dimenticarli, forse perché non votano. Ma sono anche un padre e quello che sto facendo nella città lo faccio anche per i miei figli. La politica deve guardare sempre al domani e le nuove generazioni sono il nostro domani che abbiamo quotidianamente sotto gli occhi».
Quindi i giovani avranno un ruolo sempre più importante nella vita di Peschiera, giusto?
«Avremo sempre un occhio di riguardo per le politiche a loro dedicate, come nello sport e negli eventi».
Crede che si ricandiderà?
«Non è scontato rispondere a questa domanda: fare il consigliere comunale, essere responsabile di una delega e fare l’assessore sono impegni molto pesanti se fatti con dedizione. Voglio che questa esperienza mi lasci soddisfatto e arricchito nello spirito. Voglio lavorare in un clima sereno e collaborativo con tutti. Avvierò progetti a lungo termine che dovranno avanzare con le loro gambe. In ogni caso sarò sempre a disposizione per continuare un percorso di miglioramento della mia città, in un modo o nell’altro, anche dopo il mio mandato».
Mattia Rigodanza