2020-02-14

Chi nasce a San Bovio sa cosa vuol dire crescere in mezzo ai campi, alla pianura, alla terra. Massimo Inzadi, imprenditore nel settore del giardinaggio, ha una passione difficile da scrollarsi di dosso. Gli spazi aperti, le ore insolite, le condizioni difficili. A lui le sfide piacciono, e quando anni fa, insieme a sua moglie Chiara Tironi, da tempo impiegata nel settore finanziario, ha preso in gestione informale un pezzo di terra ai confini di San Felicino, è riuscito a costruire non solo un’attività produttiva, ma anche un ambiente particolarmente predisposto a una crescita sana dei loro piccoli figli.
«Abbiamo capito che il nostro passatempo poteva essere una passione irrinunciabile, qualcosa capace di riempire le nostre giornate», racconta Chiara. «Spinti dal ricordo delle giornate passate nelle fattorie in villeggiatura, abbiamo preso delle galline, mentre Massimo, da sempre incuriosito dal mondo dell’apicoltura, iniziava a studiare quel settore. Così abbiamo puntato tutto su galline e api, attirando anche l’attenzione di diverse realtà del territorio rapite dalla capacità didattica di quell’area. Purtroppo, però, una notte qualcuno è entrato e ha ammazzato tutte le galline. Un’azione assurda che ci ha fatto scemare considerevolmente tutto l’entusiasmo».
Quell’esperienza ha lasciato un segno indelebile nei cuori della coppia che, poco dopo, ha comprato un appezzamento di terra lungo viale Umbria, ai margini della frazione peschierese. «Lo volevamo fortemente e abbiamo deciso di investirci tanto», spiega Massimo. «Vorremmo incentrare il nostro progetto intorno al mondo apistico. Installeremo delle arnie e faremo in modo che le api abbiano tutto ciò che serve loro nel raggio di poche centinaia di metri. Abbiamo già pensato a piante da frutto, camomilla, zafferano, zenzero e altre erbe aromatiche. Ci piacerebbe creare un’oasi in cui la natura viene colta nella sua interezza, senza sprecare niente e riconsegnandole tutto in modo sostenibile. Abbiamo anche pensato a un sistema di filtraggio di acqua piovana tramite cisterne».
Un progetto che si inserisce di giustizia all’interno dei concetti ecologici che tanto tengono banco nel dibattito pubblico attuale. «Abbiamo avuto qualche imprevisto all’inizio», continua il neoproprietario del terreno. «Rapportarsi con enti come il Parco Agricolo Sud Milano per noi non è facile, spesso la burocrazia è un ostacolo non indifferente. Abbiamo, inoltre, riscontrato qualche criticità nel ripulire i fossi adiacenti al campo, pieni di rifiuti di ogni genere. Contiamo, comunque, di avere presto una recinzione adeguata, in grado di permetterci di lavorare in autonomia e sicurezza».
Gente che crede nella potenza della natura, nella sostenibilità e nell’equilibrio tra lei e l’uomo. «È molto probabile che questo progetto cresca ricoprendo un ruolo predominante nelle nostre vite», conclude Massimo. «L’idea di far crescere i nostri figli in un contesto sano e vivace ci sprona a continuare il percorso che abbiamo intrapreso. Ci aspettano mesi di duro lavoro dovuti alle prime semine e fioriture, e poi chissà, magari lungo il tragitto decideremo di allargare l’attività e dirigerci verso altre iniziative. Per il momento ci concentriamo sul presente, che ci vede protagonisti».  
Mattia Rigodanza