2020-07-29

“Avevo due sogni nella vita: suonare e insegnare e li ho coronati entrambi”. A parlare è Daniele Cassamagnaghi, ma non nella veste di consigliere comunale di Forza Italia, bensì in quella di insegnante di flauto traverso con indirizzo musicale dei ragazzi della media del comprensivo Rita Levi Montalcini. Ebbene Cassamagnaghi dal primo di settembre andrà ufficialmente in pensione, come dice lui stesso “Dopo 43 anni, 8 mesi e 17 giorni”.

Davvero una vita spesa per la scuola e a maggior ragione se si pensa che dal 1976 a oggi ha svolto la sua professione sempre nello stesso istituto. “In questi giorni sto portando via la mia roba, un po’ alla volta,  con un trolley. Ci sono davvero tante cose nel mio sgabuzzino, tra spartiti, trascrizioni e ricordi” prosegue Cassamagnaghi. “Se mi volto indietro mi rendo conto di come sono fortunato, rispetto ai ragazzi di oggi che vorrebbero anche loro intraprendere una strada simile alla mia. Ora è tutto più complicato, una volta i numeri erano decisamente diversi. Basti pensare che quando io ho iniziato a Milano c’erano 4 orchestre stabili rispetto alle attuali 2 e gli studenti si sono moltiplicati in maniera esponenziale”. E sempre guardando indietro, sono tanti gli aneddoti che gli vengono in mente: “Tolti i primi sei anni della mia vita, per me la campanella non ha mai smesso di suonare. Sono passato dall’essere uno studente a fare l’insegnante senza alcuna discontinuità. Ho conosciuto davvero tante persone che hanno influenzato in maniera decisiva la mia vita, ma se dovessi dire un nome, farei quello del professor Paolo Maggioni, a cui è dedicato un prestigioso auditorium in città. Lui è stato uno degli artefici dell’attuazione dei corsi musicali e uno dei promotori per riempire Cernusco di musica. Per me è stato un punto di riferimento e non smetterò mai di ringraziarlo”:

E ora che andrà in pensione, cosa ne sarà delle sue due grandi passioni, appunto suonare e insegnare? “Con la musica la fortuna è che non si smette mai. Una decina di anni fa abbiamo fondato l’orchestra degli ex allievi, una formazione che ci dà tante soddisfazioni e che è stata anche insignita del Gelso d’Oro. Si tratta per lo più di studenti universitari e con chi di loro vorrà proseguirò a portare avanti questo progetto. Naturalmente dovremo ancora capire come, visto che il flauto per il covid è uno degli strumenti considerati più a rischio a causa del fiato che serve e delle particelle di saliva che si immettono nell’aria. Ma sono certo che una soluzione la troveremo per continuare a fare della buona musica”.