2020-09-11

È il sindaco uscente e, come logica impone, ha deciso di ricandidarsi, appoggiato da quattro liste, Pd, Vivere Segrate, Lista Micheli e +SegrateViva. Lui è Paolo Micheli, vediamo come si prepara all’appuntamento del 20 e 21 settembre.

A causa dell’emergenza sanitaria legata al Covid, sarà una campagna elettorale sprint. Come va interpretata?

«Vero, sarà una campagna elettorale anomala e purtroppo negativa per la democrazia. Bisogna però essere consapevoli che siamo stati travolti da un evento eccezionale e mai come questa volta dovremo comportarci come ci chiede la Costituzione, cioè con disciplina e onore, nella memoria e nel rispetto di chi non c’è più. I candidati possono avere visioni differenti, ma in questo momento difficile tutti dobbiamo essere uniti nel condividere i pensieri e gli ideali della Repubblica italiana».

Di fatto lei è il candidato che tutti vogliono battere. Sente il peso di questo ruolo?

«Il mio approccio alla campagna elettorale è identico alle altre volte, prevede umiltà e disciplina. Se poi in giro si dice che sono il candidato da battere, probabilmente vuol dire che abbiamo lavorato bene e spero che ce lo riconoscano anche i cittadini. Per me il bene pubblico è un servizio, è rimboccarsi le maniche e lavorare come un buon padre di famiglia. Finché i segratesi me lo chiederanno proseguirò ad agire così. Se invece così non fosse mi auguro che Segrate continui ad avere persone che rispettino i suoi cittadini e le istituzioni».

La difesa dell’ambiente è sempre stata il cavallo di battaglia della sua coalizione. Adesso, però, sono molte le liste che rivendicano questo primato…

«E la cosa mi fa piacere. Quello che 10 anni fa dicevano da soli e ad alta voce, oggi inizia a venire ribadito da tutti. C’è un processo storico che lo conferma, così come una serie di leggi che sono nate in questi tempi. Ed è una soddisfazione vedere che ora, nei programmi elettorali anche degli altri, troviamo concetti che noi portiamo avanti da sempre».

Però c’è chi sostiene che i suoi 5 anni da sindaco non siano stati così incentrati sulla tutela dell’ambiente…

«Per governare ci vuole una visione globale, ma bisogna anche essere realisti. È un dato di fatto che ci siamo insediati ereditando una serie di piani edilizi già approvati, perfino con oneri versati. Chiunque in futuro amministrerà Segrate si troverà all’interno di questo percorso e dovrà cercare di rendere meno impattanti possibile questi progetti».

La questione del palazzo di 10 piani però non l’avete ereditata…

«Parliamo di una fake news da campagna elettorale, portata avanti sui social anche da persone che poi quando incontro di persona cercano di minimizzare, e spiego perché. Abbiamo indetto un concorso internazionale per riqualificare il centro di Segrate. È stata un’iniziativa prestigiosa, basti pensare che è arrivato secondo il progetto di un noto architetto argentino. E, comunque, non esiste alcun progetto di palazzi di dieci piani che mangeranno verde. È solo un’idea, che non ha ad oggi alcuna approvazione e che in ogni modo passerà dal consiglio comunale. E vorrei ricordare a chi ci attacca che nel nostro programma elettorale non c’è una sola riga su questo, bensì un’idea di una Segrate sempre più verde con 36mila nuovi alberi o il chilometro verde sulla Cassanese, proseguendo il lavoro fatto in questi 5 anni».

Ad appoggiarla ci sono 4 liste, tra cui una formata da giovani con un’età media di 28 anni…

«Sono molto soddisfatto della coalizione che mi sta accanto in questa nuova avventura. Ci sono candidati che rappresentano tutto il territorio. E la lista dei giovani, di cui sono orgoglioso, è una sfida affascinante perché vorrei che la politica guardasse sempre più al futuro e meno al passato. Avvicinare i ragazzi alla politica è fondamentale. Se 4 o 5 candidati, nei prossimi anni, proseguissero nel loro impegno sarebbe un bellissimo risultato».

Deluso dal fatto che il presidente del consiglio, Claudio Viganò, abbia deciso di correre da solo invece di appoggiarla?

«A Claudio mi lega un rapporto di amicizia e politicamente è come un fratello maggiore. In questi anni si è dimostrato una persona perbene sia sul piano politico che su quello umano. Anche la volta scorsa al primo turno aveva deciso di correre da solo. Posso solo fargli il mio in bocca al lupo e spero che le nostre strade possano di nuovo incrociarsi».

Nella lista +Segrate Viva troviamo Tecla Fraschini, che 5 anni fa era la sua avversaria per il ruolo di sindaco e ora l’appoggia. Come giudica questa situazione?

«La sera che vinsi le elezioni, Tecla venne in Comune per congratularsi con me, dimostrando le bella persona che è. Poi, dopo un certo percorso, si è allontanata dal consiglio comunale, non riconoscendosi più in certe posizioni della sua coalizione. Ora, la sua decisione di appoggiare la mia candidatura è una prova del buon lavoro che abbiamo fatto, cercando di rappresentare non solo una parte politica, ma tutta la città».

Lo slittamento del voto di circa 4 mesi a causa dell’emergenza Covid che riflessi potrebbe avere?

«È stata una decisione inevitabile per la sicurezza dei cittadini e per permettere di esercitare un diritto democratico. Era impossibile andare al voto prima di settembre. Durante il lockdown non c’è stato tempo di fare campagna elettorale, ma era giusto così, era il momento di essere comunità unita e di dimostrarlo. E non credo che lo slittamento possa aver favorito qualcuno. I cittadini non saranno condizionati. Se saremo premiati sarà per come abbiamo portato avanti il nostro impegno in questi 5 anni, con libertà, gentilezza e onore».

Perché i segratesi dovrebbero rivotarla?

«Perché hanno visto che siamo persone perbene che non alzano mai i toni, se non per difendere gli interessi della città nei tavoli istituzionali a cui ci siamo dovuti sedere. Abbiamo uno stile nel fare le cose che mira a rappresentare e ascoltare tutti. E poi perché dopo aver salvato la città dal progetto fallito di consumare tutto il suolo e da una situazione economica disastrosa, confermata da organi super partes, abbiamo intrapreso una strada che vogliamo portare avanti e che mira a una Segrate più verde, più accogliente, più sicura e più moderna».

Qualcuno però vi accusa che state facendo tutto ora, proprio perché si vota…

«È curiosa questa accusa, visto che le elezioni si sarebbero dovute svolgere a giugno. La verità è che ci sono lavori che si possono fare solo in estate e che quindi avrebbe portato comunque avanti chi avesse vinto le elezioni. E poi molte cose non abbiamo potuto farle nei primi anni perché eravamo impegnati a salvare il Comune da un indebitamento di cui ho già detto e sul quale non vorrei ripetermi. Dico solo che i mutui che erano stati contratti pesavano 780 euro a cittadino e ora siamo a meno di 100 euro. Chiunque governerà tra un mese potrà farlo più tranquillamente, grazie a noi».

Cosa pensa dei suoi antagonisti alla poltrona di sindaco?

«Che sono tutte brave persone e che con alcuni di loro ho anche rapporti cordiali e di amicizia. Uno di loro, 5 anni fa, aveva perfino firmato per la lista di Segrate Nostra. Credo che insieme, ognuno con il ruolo che ricoprirà, saremo impegnati a portare avanti un percorso importante per il bene di Segrate».

Dato per assodato che l’obiettivo è vincere, punta a farlo al primo turno o pensa che si andrà al ballottaggio?

«L’obiettivo è quello di cercare di raccontare al meglio ai segratesi la visione che abbiamo noi della nostra città. Una Segrate più solidale, verde, vivibile, sicura e orientata sul modello delle grandi città del nord Europa. Se i segratesi riterranno le nostre idee interessanti ci premieranno».

Nel caso non vincesse, rimarrà in consiglio comunale, all’opposizione, per 5 anni?

«Non ho mai fatto politica per ragioni economiche e mi fa sorridere chi dice così. A quel punto sarei rimasto a fare il consigliere regionale, dove prendevo circa 8mila euro al mese, invece che diventare sindaco. Per me la politica non è un lavoro e non mi interessa fare carriera. Se perderò continuerò a farla con lo stesso spirito e mentalità anche all’opposizione, come ho già fatto in  passato».