2021-04-13

Si intitolerà “Tutto d’un pezzo” uscirà i primi giorni di maggio, è la biografia di Mauro Bellugi ed è scritta dal segratese Andrea Mercurio, non nuovo a questi libri romanzati dedicati ai miti del pallone. In passato, infatti, aveva raccontato le gesta dell’indiscusso protagonista delle “notti magiche” di Italia 90, Totò Schillaci e dell’Inter anni ’80, quella di Altobelli e Beccalossi.

Andrea, scrittore, ma anche deejay, era stato contattato poco tempo fa dalla casa editrice Pienogiorno, proprio per chiedergli se fosse disponibile a raccontare la storia del difensore dell’Inter. Qualche giorno prima, infatti, era stato lo stesso Bellugi a rendere noto che, a causa del covid, gli avevano dovuto amputare entrambe le gambe. Una tragedia che però non l’aveva scoraggiato, anzi la sua voglia di reagire era stata encomiabile e quando Andrea l’aveva contattato aveva subito accettato con grande entusiasmo al progetto editoriale. Lo scorso 20 febbraio, però Bellugi, all’età di 71 anni è mancato a causa di un’infezione che i medici non sono riusciti a guarirgli.

“Il libro era praticamente finito” spiega Mercurio “e con lui avevo parlato anche poco prima che morisse. Era contento del lavoro che avevamo fatto, un libro raccontato in prima persona con numerosi aneddoti della sua carriera davvero ricca di successi e soddisfazioni. L’amputazione delle gambe non l’aveva abbattuto, anzi era riuscito anche a scherzarci sopra, dicendo che avrebbe giocato a pallavolo. Anche da qui nasce il titolo, perché lo rappresenta alla perfezione. Quelli della stesura del libro sono stati giorni meravigliosi, Mauro non stava mai zitto, mi ha raccontato tantissimi episodi incredibili, ma lui è sempre stato un personaggio nel vero senso della parola. Basti pensare come si vestiva negli anni Settanta, con una pelliccia di lupo”. Chiaramente nel romanzo, dove ci sarà un contributo anche di Lukaku, troviamo numerosi riferimenti alle sue stagioni maglia Inter e Bologna, le sue due squadre del cuore, se si fa eccezione al termine della carriera dove giocò per un anno anche con la maglia del Napoli e della Pistoiese. Ma Bellugi ha fatto parte anche della nazionale con due Mondiali giocati, il primo nel 1974 in Germani, il secondo quattro anni dopo in Argentina con Bearzot Ct, la squadra azzurra che incantò probabilmente ancora di più di quella che nel 1982 vinse il Mundial di Spagna. “Nel libro troverete racconti di spogliatoio davvero incredibili” prosegue Mercurio “come quello che nei mondiali di Germania vide Chinaglia mandare platealmente a quel paese il Ct Valcareggi. Tutti i giocatori volevano che fosse mandato a casa, invece, il mister lo difese”. E della spedizione in Argentina Bellugi ricorda l’amicizia che lo legò a Paolo Rossi: “Si volevano davvero bene in quella nazionale, in cui gli scherzi non mancarono. Mauro si legò molto a Pablito, al punto che Rossi accettò di farsi rappresentare dall’agenzia di Bellugi e gestì la sua immagine fuori dall’Italia”. Per molti Bellugi era un arcigno difensore, ma pochi ricordano che nacque centrocampista: “Aveva i cosiddetti piedi buoni. Nel libro racconta della sua spavalderia a uscire con il pallone tra i piedi, quando in quel periodo i difensori più che altro marcavano, anticipavano e spazzavano. Aveva davvero grande personalità”. In attesa di poter leggere queste pagine, Mercurio da poco ha pubblicato un altro libro “Io sono con te – Una vita in corsia tra pianti e gioie”, in cui romanza la storia di Paolo Di Bartolomeo, primario ed ematologo dell’ospedale Sant Spirito di Pescara, che nel 1976 fu protagonista del primo trapianto di midollo per leucemia: “Attraverso la storia di tre sorelle tutte malate di leucemia, racconto la carriera di questo straordinario chirurgo”.