2021-11-05

Peschiera Riparte ha perso la poltrona di sindaco, non è andata al ballottaggio eppure sui social alcuni suoi esponenti hanno esultato per la vittoria di Augusto Moretti, come se il successo fosse loro. A conferma che proprio non volevano saperne di Marco Malinverno e, soprattutto, che esiste una questione ormai personale con il Pd. Di questo e dell’analisi del voto abbiamo parlato con Claudia Bianchi, segretaria cittadina dei democratici, pungolata anche da alcune riflessioni che avevamo espresso sullo scorso numero di inFolio.
Partiamo con la prima questione: perché scegliere un candidato che non fosse esponente diretto del Pd. «La scelta è ricaduta su Malinverno» spiega Bianchi «è stata fatta principalmente per due motivi. Il primo è per la sua competenza, il secondo per la sua esperienza, visto che credevamo che per gestire il Comune di Peschiera, dopo questi 5 anni, fosse fondamentale una persona che sapesse muoversi subito e bene all’interno della macchina amministrativa. Sul fatto che non abbiamo puntato su un nome interno al partito, posso dire che in questi 5 anni all’interno del Pd ci sono state delle uscite e delle entrate e ci siamo concentrati per creare un nuovo gruppo. Io sono segretaria da un anno, ma da tempo stiamo lavorando per rinnovarci e lo testimoniano i nomi dei candidati che abbiamo presentato per il consiglio comunale. Persone che provengono dalla società civile che hanno già dato la loro disponibilità a continuare la loro esperienza, indipendentemente da come sono andate le amministrative. E se vogliamo dirla tutta, dal 17% del 2016 il Pd è passato al 19%».
Il secondo nodo è la rottura con Peschiera Riparte: pare evidente che fino a quando non verrà sanata, sarà complicato imporsi davanti a un centrodestra compatto. «Abbiamo 5 anni di lavoro anche per ricompattare il centrosinistra. Dobbiamo dialogare con tutto l’elettorato che si riconosce in questa coalizione. Sono sempre disponibile a un dialogo costruttivo che pensi al futuro e che non continui a guardarsi indietro, altrimenti ognuno resta della sua opinione e non facciamo passi avanti. È chiaro che però la volontà di dialogare deve arrivare da tutte le parti».