2017-09-22

Esistono delle oasi naturali a Peschiera che meritebbero maggiore attenzione e apprezzamento. Invece a volte diamo per scontate certe bellezze paesaggistiche. È il caso del bosco del Carengione, un’area di particolare interesse naturalistico che si estende in uno spazio di 23 ettari tra le frazioni di Bettola, Mezzate e San Bovio. Data la sua distanza dai centri abitati e i circa quaranta ettari di campi che lo circondano, il Carengione risulta essere una delle zone più ricche di biodiversità non solo di Peschiera, ma anche dei comuni limitrofi. Un posto che ci porta in un attimo lontano dalla frenetica vita della città, dove la natura regna incontrastata tra silenzio e tranquillità. Presa in concessione negli anni Cinquanta per essere trasformata in una cava di sabbia e ghiaia, l’area fu presto abbandonata e solo nel 1984 fu dichiarata zona protetta e inedificabile per via appunto del sistema naturalistico che si era negli anni creato e che ormai fungeva da habitat per numerose specie animali e vegetali. Walter Ferrari, naturalista e peschierese doc, da anni ormai si occupa del bosco, documentandone la quiete e la fantastica moltitudine di flora e fauna, e organizzando, per chi ne fosse interessato, piccole escursioni o gite esplorative. «Dal punto di vista della biodiversità il Carengione è ricchissimo e unico», spiega Ferrari. «La sua tranquillità la rende una meta perfetta per tante specie di uccelli di passo, come le oche selvatiche, ma anche per animali come lepri, tassi, ricci e addirittura volpi. Per non parlare poi dell’enorme varietà di farfalle e libellule che scelgono questo splendido bosco per nidificare». La zona è facilmente raggiungibile da San Bovio attraverso la strada che passa adiacente alla cascina Fiorano, o da Mezzate lungo il sentiero che oltrepassa i campi agricoli, il che la rende un’area perfetta per un giro in bicicletta o una passeggiata col cane. «Sarebbe molto bello che le persone tornassero a frequentare il Carengione e ad ammirarne le peculiarità naturalistiche», dichiara il naturalista. «Ma il rispetto per le aree verdi deve venire prima di tutto. Lo stagno che si trova al centro del bosco, per esempio, raggiungibile tramite i numerosi sentieri tracciati, è stato creato apposta per essere la casa di molte specie di anfibi e anche solo se un cane si immergesse nell’acqua rischierebbe di causare seri danni agli animali che ci vivono». Giustamente l’ignoranza su temi come questo non è sempre una colpa, e le persone vanno istruite sui comportamenti da tenere in queste situazioni. «I bracconieri, per esempio, sanno bene che l’area non è adibita per la caccia, come lo sono invece alcune aree limitrofe, e infatti da molti anni ormai non frequentano più il bosco», conclude Ferrari. Per chi abita a Peschiera e non può permettersi di prendere la macchina tutte le settimane per farsi un giro nella natura incontaminata, il Carengione risulta essere un compromesso fantastico, adatto a grandi e piccoli, in cui immergersi in una dimensione lontana da quella cittadina, staccare dalla frenetica quotidianità e imparare anche qualcosa sul nostro territorio e sulle formidabili creature animali e vegetali che lo abitano.  
Mattia Rigodanza