2017-10-13

A finire nell’occhio del ciclone è lui: Silvio Chiapella. Secondo il Corriere della Sera sarebbe stato lui a intrattenere rapporti con colui che voleva “spremere” Peschiera. E l’avrebbe fatto nel 2015 per salvare la giunta Zambon. A questo punto sentiamo la sua versione dei fatti. Poche domande, ma ben mirate. Lei conosce Antonino Lugarà, imprenditore arrestato e accusato di essere affiliato alla ‘ndrangheta? «Sì, certo. Una conoscenza professionale che risale al 2011, quando ero amministratore unico di una società di Vimercate, messa in liquidazione. Cercavamo un acquirente immobiliare e mi hanno presentato Lugarà. La sua offerta però era troppo bassa e non se ne fece nulla». E non l’ha più rivisto? «Sì. A fine 2014 ho avuto diversi contatti. Come amministrazione c’era l’intenzione di costruire una residenza per anziani, ma anche questa volta non andò in porto. La sua proposta non era accettabile». Ha mai parlato con lui, per salvare la giunta Zambon? «Quando Luca era a rischio sfiducia, gli esponenti del Pd, anche a livelli più alti, attivarono i propri contatti per capire se si poteva dialogare con Forza Italia. Io sapevo che Lugarà aveva contatti con esponenti azzurri e l’ho chiamato. So che lui parlò con Milani, il compagno di Carla Bruschi, consigliere comunale di Forza Italia, ma non ho più saputo nulla. I nostri contatti finiscono qui». Zambon era a conoscenza? «Che parlai con Lugarà? No, non li ho neppure mai presentati». Lei è indagato? «No. Non ho ricevuto nessun avviso di garanzia. Se quanto dicono gli esponenti della maggioranza fosse vero, ora sarei come minimo ai domiciliari. E comunque non è che se conosci qualcuno per lavoro gli chiedi se ha precedenti penali». Quindi niente di illegale, mi dice. Da un punto di vista morale, invece, cercare contatti con Forza Italia? «Ma questa è la politica. Il dialogo è fondamentale. Lo vediamo tutti i giorni. Per restare in zona anni fa, a Segrate, il sindaco di Forza Italia Alessandrini fu appoggiato dal Pd che ebbe anche un assessore. E il segretario cittadino era Barbara Bianco, moglie di Francesco Ortugno che a sua volta è stato segretario del Pd peschierese». Tutto normale, dunque? «Sì. E questa maggioranza sta creando una campagna diffamatoria solo sul gossip. Ho sentito dire che da anni qui regna l’illegalità. Se ci sono fatti certi è un loro dovere denunciare, altrimenti sono solo degli omertosi. E se proseguiranno ad accusare senza una prova, a questo punto mi vedrò costretto ad adire le vie legali». Secondo lei, quindi, perché l’attaccano cosi? «Premetto che trovo sleale usare me per colpire Zambon e mio figlio Lorenzo, mi attaccano anche per nascondere la loro incapacità politica. Un esempio? Abbiamo fatto avere all’assessore Ornano 1000 pasti gratuiti come regalo di Natale 2016. A oggi non ne hanno distribuito uno. E posso andare avanti, se vuole». Ma se ama così tanto fare politica perché non si è più candidato? «Perché è giusto dare spazio anche ai giovani». Eppure lei era sempre in municipio all’epoca di Zambon sindaco... «Solo per seguire tre punti di cui ero più esperto: Microsoft, Bellaria e il centro commerciale. Luca era un ottimo sindaco e non si è mai fatto pilotare».