«Devo complimentarmi con il mio predecessore». «Ho intenzione di essere presente almeno due giorni alla settimana, ma risponderò a tutte le mail di studenti e genitori». «Sull’abbigliamento non ammetto mancanza di rispetto»

2017-10-20

Siamo andati a incontrare la nuova reggente che dirige tra gli altri anche il liceo Niccolò Machiavelli di San Felice e Pioltello. Al primo anno nell’istituto scolastico la professoressa Emilia Ametrano, che vanta anche tre anni alla guida del liceo artistico di Brera, si è già dimostrata essere una persona molto competente e determinata, decisa a lavorare con fermezza e a mettere in campo quello che ha imparato nei suoi molti anni di esperienza. Vediamo comunque di conoscerla meglio.
Dottoressa, come appare questa realtà scolastica a un occhio esterno come il suo?
«Mi sono trovata senza dubbio davanti a una realtà molto ben organizzata. Anzi parto dicendo che devo ringraziare la preside che mi ha preceduto, Cristina Comini, per il lavoro fatto negli anni volto ad arricchire l’offerta formativa. A questo punto posso assicurare che lavorerò nel segno della continuità con quanto svolto da lei».
Negli ultimi anni il Machiavelli ha registrato un forte miglioramento nella sua proposta formativa. Come pensa di continuare a favorire questo particolare trend?
«Il liceo è impegnato in importanti progetti che investono anche il contesto sociale del territorio in collaborazione con le amministrazioni locali. Stiamo poi sviluppando i programmi di alternanza “scuola-lavoro”, rivolgendoci anche a realtà museali o a fondazioni che lavorano nel Comune di Milano. Abbiamo inoltre grossi progetti di ampliamento che culmineranno il prossimo anno con l’attivazione di una nuova sezione di scuola serale professionale di servizi socio sanitari a Pioltello. Aggiungerei, inoltre, che siamo già scuola polo per la protezione civile e siamo inseriti in una rete interregionale di giornalismo scolastico per cui quest’anno ci sarà il venticinquesimo anniversario del magazine scolastico organizzato proprio da noi presso il cinema pioltellese».
C’è un’iniziativa, un’idea, un qualcosa che non ha visto presente qui e che intende proporre e portare avanti?
«Questa è una realtà già molto ben strutturata e, siccome il mio periodo di reggenza per ora si limita ad un anno, sarà difficile importare qui iniziative già attuate in altre scuole. Stiamo cercando di sondare il favore di docenti e genitori in merito a una sorta di riorganizzazione dell’orario, ma dubito che in un anno si possa riuscire a portare profonde novità. Anche perché, come già accennavo prima, una struttura con particolari caratteristiche e così ben organizzata come questa, mi sento di dire che probabilmente ora non ne ha un estremo bisogno».
Il ruolo della reggente non è affatto semplice perché ci si ritrova spesso a dirigere più istituti contemporaneamente. Come pensa di assicurare la sua presenza strutturata per incontrare studenti e famiglie?
(sorride) «Bella domanda. Per quanto mi è possibile  cerco di garantire la mia presenza al Machiavelli almeno due giorni alla settimana. Negli ultimi cinque anni sono già stata reggente di altre scuole, alcune con problemi ben definiti e radicati, ed è sempre stato mio costume farmi vedere il più possibile nelle strutture in cui sono stata chiamata a ricoprire questo ruolo. Purtroppo non ho ancora potuto incontrare i genitori perché attualmente siamo in una fase ancora prettamente organizzativa. Sono comunque una persona che lavora molto anche utilizzando la posta elettronica e rispondo sempre alle mail che mi vengono inviate sia agli studenti che dai loro genitori. La tecnologia informatica mi sta aiutando molto in questo senso, insieme agli operatori che lavorano già da tempo in questo istituto e con cui collaboro in maniera positiva».
La sua esperienza all’artistico di Brera, pensa che in qualche modo possa incidere positivamente anche sul suo lavoro al Machiavelli?
«Intanto quello di Brera è un liceo con molte materie di studio, anche alcune che qui non sono presenti in quanto non sono materie d’indirizzo. La mole di studio è comunque pressoché la stessa e le iniziative artistico culturali extrascolastiche ci sono qui esattamente come c’erano in quell’istituto. Come si usa fare in Brera, cercheremo anche qui di dare spazio allo sviluppo dei talenti che spesso i giovani tendono a mostrare a questa età».
Per finire una domanda meno tecnica, ma che spesso è comunque materia di discussione: qual è la sua posizione in relazione al cosiddetto dress code, il codice di abbigliamento che a volte è imposto nelle scuole agli studenti?
«Siamo davanti a un tema a cui sono abbastanza legata. Intendendo la scuola come una palestra che debba allenare all’inserimento in un contesto lavorativo, sono convinta dell’importanza di un certo decoro. Certo, non credo si debba arrivare alle restrizioni tipiche dei college inglesi, tuttavia non ammetto mancanze di rispetto legate a un abbigliamento considerato inopportuno per il contesto».  
E la situazione qui, come le sembra?
«Buona, direi che fino ad ora non ho visto particolari situazioni che richiedano un nostro intervento».
Insomma, per la preside Ametrano il termine reggenza non deve far tremare chi usufruisce dei servizi scolastici. Grazie alla sinergia tra la dirigente, i vicepreside e il resto del corpo docente, ci troviamo davanti a una persona sicura che si potrà intraprendere un ottimo percorso utile soprattutto alla crescita dei ragazzi, che poi è l’obiettivo primario.
Mattia Rigodanza