«Lo spirito del Malaspina Sporting Club non si tocca, ma la struttura sarà notevolmente migliorata». «Il parco e i campi da tennis sono fiori all’occhiello». «Trecento iscritti in due mesi è un risultato davvero sorprendente»

2017-10-27

Lo spirito inglese sbarca a Segrate, più precisamente a San Felice, trasformando lo storico Malaspina Sporting Club in un struttura nuova, dinamica ed espressione dello stile british applicato allo sport. Abbiamo incontrato Marco Tornarelli,  nuovo general manager del complesso per conto del colosso David Lloyd, azienda londinese che conta già centoundici impianti simili in tutta Europa. Sentiamo cosa ha da raccontarci.
Cosa vi ha portato a investire in quest’area e come David Lloyd ha individuato questo club come struttura su cui puntare?
«Questa è senza dubbio una location che rappresenta molto bene gli standard all’interno dei quali l’azienda si sta sviluppando. Grandi spazi esterni, molti campi da tennis e piscina olimpionica: peculiarità che hanno sicuramente pesato sulla scelta. Il bacino d’utenza è inoltre l’ideale per noi, soprattutto se inserito in un contesto residenziale come quello di San Felice. Inoltre la vicinanza con realtà come Ibm, Mondadori e Westfield, che presto aprirà a Segrate, è stato un ulteriore incentivo per la scelta finale».
Per tanti anni il Malaspina Sporting Club è stato un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona: come intendete riportare questa struttura agli splendori di un tempo?
«Abbiamo iniziato implementando il servizio da parte dello staff, dando un’impostazione diversa in modo che gli utenti siano seguiti con molta cura e attenzione. Tutti i componenti del nostro personale saranno qualificati e certificati, oltre ad avere una grande esperienza nel loro settore. A regime lo staff sarà composto da circa 100 persone, non certo un numero esiguo. In concreto, invece, partiremo a gennaio con la ristrutturazione del club che sarà supportata da un investimento di circa 6 milioni di euro. Parliamo quindi di un intervento profondo e radicale. Già dal prossimo mese si potranno ammirare le prime modifiche con i macchinari della palestra che verranno completamente sostituiti con strumenti nuovi. Vorremmo che i cambiamenti fossero graduali e non troppo invasivi. D’altronde ci stiamo inserendo in un contesto come ospiti, in vista di una crescita strutturale che ci confermerà pian piano nel tessuto sociale».
Nel frattempo però le attività non si fermeranno, vero?
«Assolutamente no. Le attività ordinarie del club non si arresteranno né ora né l’anno prossimo, durante i lavori di ristrutturazione».
Sul versante della gestione degli iscritti, ambito che ha spesso rappresentato un punto piuttosto dolente per la passata amministrazione, come intendete organizzarvi?
«Non occorrerà più essere un azionista, questo è sicuro. Tutti gli amanti del fitness e dello sport in generale potranno iscriversi tranquillamente. Noi siamo convinti che una sorta di selezione si possa fare anche aprendo a tutti, perché il nostro regolamento interno e il sistema di sorveglianza, uniti a prezzi da club di rango, impongono già di per sé la presenza di persone di un certo tipo. Abbiamo poi intenzione di puntare molto sulle famiglie sviluppando pacchetti pensati ad hoc sia per i giovani che per i loro genitori».
Per quanto riguarda le attività extra sportive, avete pensato a qualcosa?
«Certamente. Per i più piccoli saranno disponibili corsi d’inglese, di danza, di judo e molti altri, per una crescita a 360 gradi mentre i genitori si godono le comodità del club. Per gli adulti abbiamo deciso di introdurci pian piano con nuovi sistemi di benessere. Miglioreremo la zona ristorante e quella lounge, perché un club che si rispetti tiene non solo alla salute fisica del cliente ma anche a quella mentale. La nostra nuova Spa sarà un’eccellenza in questo senso. Tutto è volto a far sì che le persone si sentano a casa, e il tablet posto all’ingresso tramite il quale i clienti possono segnalare eventuali critiche o consigli è un perfetto esempio delle nostre intenzioni propositive. Organizzeremo poi tornei di bridge aperti a tutti e altre attività che svilupperemo in corso d’opera. E chiaramente non mancheranno le feste per i bambini e le serate a tema per gli adulti, sempre rimanendo nell’ambito dello stile David Lloyd».
Il ristorante come sarà organizzato?
«Sarà affidato a professionisti della ristorazione e rimarrà esterno alla gestione del club come è sempre stato. In futuro vedremo se inglobarlo attraverso la nostra linea Delicious, già presente in molte strutture David Lloyd».
Tornando a parlare di aspetti più strutturali, qual è la parte dell’edificio che vi è subito piaciuta?
«Il parco e le aree verdi sono senza dubbio il pezzo forte dell’intero complesso. Anche i campi da tennis rappresentano un valore aggiunto, sia per la quantità che per il perfetto stato in cui versano. Interverremo sulle tribune e ci occuperemo del drenaggio dei campi, ma poi la nostra attenzione si sposterà maggiormente sulla club house e le aree interne. Parliamo di un edificio dei primi anni ‘70, che necessita di una rivoluzione massiccia, sia nella struttura che nello stile. Lo spazio c’è, sta a noi riorganizzarlo, rinfrescarlo e riportarlo al passo coi tempi».
Il Malaspina è sempre stato la casa di molte realtà agonistiche impegnate in discipline diverse, pensate di garantire continuità in questo senso?
«Abbiamo lasciato tutta la parte agonistica in mano alle società sportive che la gestivano prima, rinnovando gli accordi preesistenti, e così rimarrà. Come dicevo, noi mettiamo a disposizione la nostra organizzazione, ma entriamo in punta di piedi rispettando chi ha più esperienza e conosce meglio questo particolare territorio e i suoi punti di forza».
Quindi, dopo appena due mesi, se la sente di fare, per quanto approssimativo, un bilancio?
«La risposta delle persone è stata molto positiva, anche da parte dei clienti storici del club. Vedendo che abbiamo subito investito ingenti somme di denaro, hanno abbandonato il ruolo di detrattori per diventare sponsor del club stesso. Abbiamo dato subito la possibilità ai vecchi soci di ricontrattare le proprie azioni, scoprendo che la maggior parte di loro ha intenzione di rinnovare le iscrizioni. Siamo già oltre le 300 adesioni in appena 2 mesi, risultato davvero ottimo. L’efficienza, la scelta del personale più qualificato e la cura dei dettagli che David Lloyd mette in campo in ogni sua struttura faranno innamorare tutti quelli che vorranno approcciarsi alla nostra esperienza. Non a caso il nostro brand è stato inserito dal Times tra le prime trenta realtà al mondo per welfare aziendale».
Mattia Rigodanza