2018-02-23

Un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove la vita segue il ritmo della natura e delle stagioni, dove si lavora e si vende “come una volta”. Non parliamo di un posto a mille miglia da Cernusco, bensì di un luogo che sorge proprio nel cuore di una delle sue frazioni: l’azienda agricola Pollastri, realtà a conduzione familiare. In via Ticino, a Ronco, mamma Rosy e papà Lorenzo, con la collaborazione solerte dei figli Valeria, Veronica e Alberto, giovanissimi ma appassionatissimi come i loro genitori, portano avanti con grande orgoglio una delle professioni più antiche e faticose del mondo: quella del contadino. L’azienda, attiva da generazioni in città, ha da qualche anno cambiato volto, cercando di adattarsi alle richieste del mercato. «Al momento la nostra azienda agricola si basa sulla produzione e la vendita di verdura, rigorosamente di stagione, di legumi e cereali, da cui produciamo anche una buona quantità di farine» racconta Valeria, 22enne, la figlia di mezzo. «Ogni anno cerchiamo di introdurre cose nuove, così nei prossimi anni vorremmo avvicinarci al settore delle conserve. Vendiamo quello che produciamo, tutti i pomeriggi dalle 17, il martedì e il sabato mattina. In più da qualche tempo siamo diventati un alveare, aderendo al progetto “L’alveare che dice sì!”». Essere un “alveare” significa essere un punto di ritiro della spesa a chilometro zero fatta online dai clienti: il martedì dalle 18 alle 19.30, chi ha ordinato prodotti non solo dei Pollastri ma anche di altri produttori locali della zona sul sito internet
www.alvearechedicesi.it, può passare a ritirarli presso l’azienda agricola di via Ticino. «È un modo per valorizzare i prodotti del nostro territorio» continua Valeria «perché con questo sistema si dà moltissimo valore a tutti i prodotti a km 0». Un lavoro impegnativo, quello della famiglia Pollastri, a cui tutti i membri si dedicano con grande passione. Cominciando dal papà, che ama in particolar modo i suoi animali, mucche, vitelli e caprette e che li accudisce con estrema cura, in piedi tutte le mattine all’alba per annaffiare i campi e per dedicarsi a tutte le numerose attività che l’azienda richiede. E come il papà tutti si danno da fare con passione: sveglia alle sette, se non prima, da aprile a ottobre in modo particolare si lavora duro, la mattina con la raccolta della verdura, quando ancora le temperature sono basse, il pomeriggio con la manutenzione dell’orto. «È sicuramente difficile e pesante fisicamente» commenta Valeria.«Ma è un lavoro in grado di dare grandi soddisfazioni: vivere al ritmo delle stagioni, vedere le piantine crescere e maturare. Tante volte mi basta andare in campagna da sola per ritrovare la tranquillità». Insomma, tanti i sacrifici, ma anche le gioie, ripagate da una risposta delle collettività sempre più positiva. «Ci accorgiamo che sono sempre di più i giovani attenti a quello che mangiano» assicura l’allevatrice, «quindi c’è sicuramente un rinnovato interesse nei confronti di ciò che è coltivato in modo naturale. Noi lavoriamo la nostra terra con metodi naturali, senza concimi chimici e seguendo i cicli della natura. Lo facciamo con convinzione e con il desiderio di fare riscoprire i sapori genuini di una volta. Non usiamo tecnologie: questo ci complica forse la vita, ma fa anche in modo che i prodotti siano veramente realizzati come una volta». In effetti, oltre a zappare a mano la terra, a strappare le erbacce una a una, tutti i legumi sono singolarmente sgranati. «Per arrivare a mettere insieme una confezione di ceci ci vuole davvero tantissimo, non tanto per coltivarli, quanto per essiccarli e dividerli» conclude ancore Valeria. «Questo vale per tutto, tranne che per il mais, per cui papà Lorenzo ha recuperato una macchina di 50 anni fa rimettendola a nuovo, riverniciandola e sistemandola, e che ora è in grado di lavorare in maniera eccellente».
Eleonora D’Errico