Le proteste ai tempi dell'ok del Pgt
2015-03-06

L'accoglimento della maggior parte dei motivi articolati nel ricorso introduttivo contro il Pgt comporta, per effetto, l’annullamento in toto dello strumento pianificatorio». Sono le righe centrali della sentenza depositata venerdì dai tre giudici del Tar che di fatto dicono che il Piano di governo del territorio di Segrate, approvato il 12 febbraio 2012 dopo un aspro confronto tra maggioranza e opposizione, è da rifare. Ventotto pagine che bocciano, in particolare per l’eccessivo consumo del suolo, il documento contestato da Wwf, Legambiente e 51 segratesi riuniti nel Comitato Golfo agricolo che da 12 anni si batte per la salvaguardia dei campi tra Rovagnasco e Milano 2, oasi verde di 600mila metri quadrati. E per una volta arriva proprio dai giudici milanesi una sentenza che si potrebbe definire anche salva-Berlusconi, nel senso che pure le abitazioni del quartiere residenziale potrebbero beneficiare del «no» a nuove costruzioni. Il giorno dopo la sentenza è il Comitato a cantare vittoria: «Quanto previsto nel Pgt in merito alle aree di trasformazione urbanistica viene invalidato e quindi tali aree non sono più edificabili» scrivono i ricorrenti che si sono autotassati per sostenere la battaglia legale raccogliendo fino ad oggi 17.500 euro. «Il Tar ha accolto tutti i nostri rilievi. La Valutazione ambientale strategica è lacunosa e carente a tal punto da non prendere in considerazione un’importante infrastruttura viaria e un’industria a rischio di incidente rilevante; non sono mai prese in esame ipotesi alternative all’edificazione; è eccessivo il consumo di suolo; è impossibile realizzare i corridoi ecologici previsti; l’urbanizzazione del territorio è ingiustificata rispetto all’andamento demografico». Pacche sulle spalle anche da Segrate Nostra e da Insieme per Segrate che in questi anni hanno lottato contro la cementificazione. «E adesso chi paga il conto?» si chiede Gianluca Poldi, portavoce di Segrate Nostra. «Il bilancio 2015 prevede entrate che non si realizzeranno più, rappresentate da gran parte degli oneri di urbanizzazione e dall’Imu sui terreni edificabili. Quest’ultima potrebbe dimezzarsi, visto che buona parte dei campi interessati sono stati restituiti dalla sentenza a uso agricolo. Sulla spesa corrente di circa 30 milioni potrebbero mancare almeno 5 milioni. E non finisce qui perché vi saranno poi le spese per i contenziosi e le richieste danni». Per Paola Monti, capogruppo di Insieme per Segrate, «è rassicurante che di fronte all’arroganza di una certa politica miope e autoreferenziale i cittadini riescano almeno a trovare una sponda in alcune istituzioni». Secondo il Pd: «Segrate ora ha la possibilità di fermarsi e riprogettare il proprio futuro». Sinistra per Segrate rilegge la sentenza: «Scorrendo il documento non si può  che rimanere colpiti dalle innumerevoli volte che compare la parola violazione». La giunta comunale intanto ha preparato le contromosse: riunitasi d’urgenza venerdì sera, ha dato mandato ai legali (impegnando la somma di circa 21mila euro) di preparare il ricorso al Consiglio di Stato. «È una sentenza totalmente sbilanciata» commenta Ezio Lazzari, assessore al Territorio. «A volte anche i giudici in buonafede possono sbagliare. Abbiamo fatto tutto secondo le regole come confermato da enti sovracomunali, siamo fiduciosi». La pensa diversamente il consigliere regionale Paolo Micheli che ha chiesto al Pirellone se il Pgt dovrà essere riscritto con la nuova legge sul consumo del suolo o con le regole del 2012.