2018-05-18

ltro che Milano4You, qui si rischia che non ce ne sia più per nessuno. Lo scorso venerdì, a soli 10 giorni dal termine della proroga concessa dal Comune per firmare la convenzione, subordinata alla presentazione delle fideiussioni, che permetterebbe di realizzare il piano integrato (votato dal consiglio comunale) per rilanciare Boffalora, l’operatore si è presentato nell’ufficio del sindaco Paolo Micheli per dire che non è in grado di mantenere fede all’impegno. In sostanza non ci sono le fideiussioni. «Il problema ancora una volta si ripete. In passato erano state presentate fideiussioni inesistenti» spiega il primo cittadino, «e questa volta non si trova una banca o un’assicurazione disposta a coprire l’investimento. Siamo davanti a una situazione davvero delicata e complicata. Sono ore frenetiche, perché martedì 22 maggio i termini scadono e non esiste più alcuna possibilità di proroga: il progetto decade ex lege. I nostri avvocati e tecnici stanno studiando tutte le opzioni possibili per salvaguardare, in primis, i residenti e subito dopo gli interessi del Comune». La situazione è davvero complicata e ipotizzare una soluzione ancora di più. «Quando il piano integrato è stato approvato, l’operatore aveva un anno per firmare la convenzione. Ci aveva assicurato che in sei mesi sarebbe stato tutto risolto, ma così non è stato. Alla scadenza del termine ci ha chiesto una proroga e gli abbiamo concesso il massimo: 90 giorni. Ora arrivano all’ultimo per dirci che non possono farcela. Non metto in dubbio la loro buonafede, ma si sono comportati con leggerezza. Ci avessero avvisati un mese fa, avremmo potuto convocare il consiglio comunale e, ad esempio, modificare in qualche modo il piano integrato, adesso invece non c’è tempo».  Lo stesso Micheli prova a spiegare perché nessuno conceda le fideiussioni: «Ci sono debiti pregressi per circa 100 milioni di euro. Ora l’operatore dovrebbe edificare 100mila metri quadri per corprirli, ma non si riescono a vendere così tante abitazioni. E il vecchio progetto che abbiamo bloccato sarebbe stato ancora peggio, visto che, di metri quadri, ne prevedeva 170mila». Il sindaco cerca di mantenere lucidità, anche se è davvero complicato: «Abbiamo la coscienza pulita e assicuro che non abbandoneremo a loro stessi i residenti, perché sappiamo che si creerebbe un problema sociale serissimo. Il mio impegno resta massimo per tirarli fuori da una situazione che non abbiamo creato noi, ma solamente ereditato». E adesso? «Stiamo valutando ogni possibile ipotesi e continueremo fino al 22 maggio, termine ultimo. A quel punto, se non arriverà, come pare certo, la firma della convenzione, ci rimetteremo a un tavolo per trovare una nuova strada».