2018-11-30

Si tratta per ora di un solo caso, ma la richiesta di archiviazione da parte della procura, perché la domanda di querela presentata da una delle persone coinvolte nell’incidente ferroviario è stata fatta oltre i 90 giorni, non ci trova d’accordo per molteplici motivi. E siamo seriamente preoccupati». A parlare è Ivano Giacomelli, segretario nazionale dell’associazione per i diritti del cittadino “Codici”, che sta seguendo in prima persona la vicenda dello scorso 25 gennaio, quando un convoglio deragliò sul territorio di Pioltello, provocando la morte di tre donne e il ferimento di un centinaio di pendolari. «Abbiamo depositato immediatamente opposizione a questa decisione» spiega Giacomelli, raggiunto telefonicamente nel suo ufficio di Roma. «Il reato portante è il disastro ferroviario, ma la procura intende considerare i danni delle persone coinvolte come un caso di lesioni e per giunta lievi, visto che se fossero gravi sarebbero perseguibili d’ufficio, così come lo stesso reato di disastro. E ad ogni modo come può il pubblico ministero valutare le lesioni come lievi se il soggetto non è stato sottoposto a nessun esame clinico? E soprattutto come è possibile non considerare il danno psicologico in un caso come questo? Se uno è uscito anche con pochi graffi potrebbe non volere più prendere un treno, perché terrorizzato da questa esperienza. Il soggetto dovrà dimostrare tutto questo, ma durante il processo, non si può escluderlo a priori». Il timore è che la procura voglia chiedere archiviazioni anche per altre querele effettuate serpeggia negli uffici di “Codici”. «In questo modo le posizioni processuali degli indagati sarebbero alleggerite» prosegue Giacomelli «perché al processo ci sarà un minor numero di persone offese». E ora che succederà? «Con l’opposizione che abbiamo depositato» conclude il segretario nazionale di “Codici” «Il giudice per l’udienza preliminare convocherà un’udienza per la discussione e speriamo che la nostra richiesta venga accolta».