2019-02-08

San Felice inizia a essere stanco. L’atteggiamento dispotico che da qualche tempo ha assunto un gruppetto di ragazzini del quartiere sta davvero superando i limiti. Venerdì hanno imbrattato un paio di vetrine con la vernice spray, ma è nella notte tra domenica e lunedì che questa arroganza ha superato ogni ragionevole limite ed è sfociata in un’aggressione ai danni del conducente di un autobus, costretto a farsi medicare al pronto soccorso (si parla di 30 giorni di prognosi). I fatti: tre 17enni, due di San Felice e uno di San Bovio, visibilmente in preda ai fumi dell’alcol, ma forse anche qualcosa di più, si trovavano alla prima fermata dell’autobus del centro commerciale, in sella alle loro bici. All’arrivo del mezzo pretendevano di salirci sopra con le loro due ruote. Il conducente, un 31enne, molto educatamente ha fatto presente che il regolamento lo vietava. A quel punto i tre, invece di desistere, l’hanno aggredito all’improvviso, cogliendolo alla sprovvista. Sull’autobus c’era anche un passeggero di 50 anni che ha preso le difese dell’autista, riuscendo a fare scendere dal mezzo i tre giovani. A quel punto il conducente ha chiuso le porte ma i ragazzi, invece di rinunciare, hanno spaccato le spazzole dei tergicristalli e preso a calci l’autobus. Qualcuno, nel frattempo, ha avvisato le guardie private e le forze dell’ordine. Nel giro di qualche minuto sul posto sono giunte due pattuglie dei carabinieri. I militari hanno cercato di calmare gli animi e ricostruire l’accaduto. A San Felice sono arrivate anche due ambulanze. Il personale medico si è preso cura sia dell’autista dell’autobus che dei ragazzi, che sostenevano di avere riportato a loro volta qualche ferita, durante la collutazione. Il mezzo è rimasto fermo per quasi 5 ore. E, se si calcola che l’interruzione di servizio pubblico prevede 200 euro di multa a minuto, si prevede una sanzione salatissima per i tre ragazzi, che nel frattempo erano stati raggiunti anche dai genitori. La vicenda avrà sicuramente un seguito, ma intanto i residenti si dicono stanchi e alcuni stanno programmando delle iniziative per riportare un minimo di disciplina nel quartiere.
Roberto Pegorini