2019-03-22

Una freddezza pazzesca quella messa in campo dai carabinieri che per primi sono intervenuti. Sentiamo allora la loro testimonianza, partendo dall’appuntato scelto Simone Zerbilli e dal carabiniere Francesco Citarella, in forza alla stazione di Segrate, il primo dal 2001, il secondo da 5 mesi: «Quando abbiamo ricevuto la chiamata la prima cosa che ci siamo detti è stata: “No, i ragazzi no...”. Abbiamo intercettato l’autobus a Pantigliate e con la nostra auto ci siamo messi davanti, provando in tutti i modi a rallentarne la corsa, ma il conducente ha cercato più volte di speronarci per mandarci fuori strada. Sapevamo che dovevamo bloccarlo assolutamente. Abbiamo usato la tecnica “Safety car”, con una vettura dei colleghi dietro all’autobus, ma non funzionava. E così abbiamo deciso di metterci di traverso per fermarne la corsa. Quando si è bloccato ha iniziato a urlare, diceva che avrebbe dato fuoco al pullman e l’ha fatto davvero. Per fortuna i nostri colleghi sono riusciti a forzare l’entrata posteriori e a far uscire i ragazzi, proprio mentre le fiamme divampavano». Entrambi si sono feriti con i vetri del mezzo e sono stati refertati rispettivamente con 25 e 7 giorni. Il carabiniere Giovanna Calvaruso, in forza alla Tenenza di San Giuliano, era, invece, sull’auto che si trovava dietro il pullman: «La cosa che non scorderò mai è stata l’empatia che si è creata con i ragazzi. Guardavamo i loro occhi che ci pregavano di intervenire, leggevamo i loro labiali  che pronunciavano parole di richiesta di aiuto. Quando abbiamo aperto la porta ho aiutato tutti a uscire, poi mi sono affacciata dentro per assicurarmi che non ci fosse più nessuno. L’autobus oramai stava bruciando quasi completamente. È stato meraviglioso salvarli tutti». Anche lei è stata refertata: 25 i giorni di prognosi.