2020-03-25

Al momento sono 80 i sindaci (ma continueranno a crescere nelle prossime ore) che hanno firmato un appello alla presidente della Regione, Attilio Fontana. Tra loro anche i cittadini dei nostri Comuni, Ermanno Zacchetti (Cernusco sul Naviglio), Caterina Molinari (Peschiera Borromeo), Ivonne Cosciotti (Pioltello) e Paolo Micheli (Segrate) L’obiettivo è quello di cambiare strategia, sulla linea già adottata da Zaia, nel Veneto, avviando quella che viene definita “sorveglianza attiva” e di fare tamponi a tutti. Nel documento si legge: “Dal confronto con i medici di base, che hanno il contatto diretto con la popolazione, emerge che a loro giudizio l’epidemia è più diffusa di quello che appare dai dati ufficiali e che conseguentemente il numero di malati è sicuramente più alto. Molti cittadini sono a casa con sintomi riconducibili al Covid-19 ma non ricorrendo alle cure ospedaliere non vengono sottoposti a tampone e, quindi, potrebbero contribuire a diffondere l’epidemia C’è inoltre la situazione delle persone sottoposte a quarantena il cui numero appare assolutamente sottostimato e che quindi rappresenta un aspetto del contagio largamente fuori controllo. Ci sono esperienze all’estero e in Italia, prima fra tutte quella della regione Veneto, che indicano come strada alternativa quella della sorveglianza attiva che prevede tamponi a tutte le persone riconducibili al Covid 19, soprattutto le persone che sono a casa ammalate e non ricorrono all’assistenza ospedaliera, e in base al risultato di sottoporre conseguentemente a tampone i familiari e tutte le persone con le quali sono entrate in contatto. Sono esperienze che hanno dimostrato la loro validità e che, sebbene in ritardo, possono essere introdotte anche nella nostra Regione. Chiediamo per questo a Regione Lombardia di cambiare rotta, di studiare e attuare con i tecnici delle Aziende Sanitarie e gli esperti di epidemiologia una strategia che punti alla sorveglianza attiva e sull’assistenza medica domiciliare. E di arrivare alla definizione di un patto per la salute dei lombardi esteso a tutti i soggetti coinvolti che condividino una strategia di azione comune. Inoltre evidenziamo la assoluta necessità di sottoporre periodicamente al tampone i medici di base e ancor più di dotarli in giusta quantità di tutti gli strumenti indispensabili per poter eseguire in massima sicurezza l’assistenza al domicilio dei pazienti, che le sperimentazioni in corso in Emilia Romagna dimostrano essere un valido strumento di azione”.