2022-07-01

Per la quarta volta consecutiva l’esito delle urne sancisce che Cernusco sarà amministrata dal centrosinistra. Al ballottaggio, infatti, il sindaco uscente Ermanno Zacchetti ha confermato, e aumentato, il vantaggio che aveva nei confronti del candidato sindaco del centrodestra, Daniele Cassamagnaghi. I poco meno di 3 punti sono diventati 8. Queste le percentuali: 53,92% per Zacchetti, 46,08% per Cassamagnaghi, per un totale di 902 voti in più. Per la cronaca, si è presentato al seggio il 41,76% degli aventi diritto al voto, ma l’astensionismo (problema davvero serio) non  può essere addotto come causa di una vittoria o di una sconfitta. Perché la disaffezione alla politica (ma siamo certi sia solo disaffezione o magari anche disinteresse?) non ha colore. E allora, quali sono i motivi del successo del centrosinistra o, se preferite, della debacle del centrodestra? È sempre complicato compiere questo genere di analisi. Potremmo cavarcela dicendo che, alla fine, i 5 anni dell’amministrazione uscente (emergenza covid compresa) hanno convinto. Ma, se vogliamo andare un po’ oltre,  proviamo ad azzardare, senza avere verità in tasca. Innanzitutto sul fatto che il centrosinistra, arrivato al primo turno frazionato, nel secondo ha ritrovato un minimo di compattezza. Non è un segreto che alcuni esponenti di Vivere e anche alcuni ex del Pd non si sarebbero strappati le vesta se Zacchetti avesse perso ma, evidentemente i loro elettori li hanno seguiti fino a un certo punto. Sul versante opposto, registriamo che l’ultimo sindaco di centrodestra risale a  15 anni fa. Ed era proprio Cassamagnaghi, il cui spessore politico è fuori da ogni discussione, così come lo sono la sua cultura e la sua persona. Per intenderci, restiamo convinti che fosse l’unico in grado di mettere in difficoltà Zacchetti. Però non ci sentiamo di escludere che l’elettorato possa aver visto la sua candidatura come una debolezza della coalizione. Come a dire: in 15 anni non avete saputo muovervi senza di lui?