11 Febbraio 2021

Sono ormai due settimane che il senatore Eugenio Comincini è risultato positivo al covid. Un decorso, il suo, che fortunatamente non ha avuto complicazioni particolarmente gravi, a parte febbre (mai sopra il 37.7) mal di testa e un po’ di tosse che ancora si fa sentire. Ma il peggio ormai è alle spalle e l’ex sindaco non vede l’ora di negativizzarsi anche per potersi recare a Roma la prossima settimana per la fiducia al Mario Draghi. Nel frattempo ripercorre con noi quanto successo e lancia un preciso monito: non abbassare mai la guardia perché il virus è tutt’altro che sconfitto. “Difficile sapere come sono stato contagiato. Diciamo che in Senato non sono risultati altri colleghi positivi, mentre nella classe di mio figlio oltre a lui ci sono stati altri casi. Questo mi fa presumere che potrei averlo contratto in ambito domestico”.

Oltretutto Comincini spiega che è sempre stato molto attento: “Uso sempre la mascherina, utilizzo tantissimo gel, apro le porte con i gomiti o con un fazzoletto, in Senato mangio sempre da solo. Insomma limitare i rischi al massimo non è bastato. Sapevo che con il mio impegno politico, prendendo aerei e treno, incontrando gente proveniente da tutta Italia la possibilità di diventare positivo c’era. Sono riuscito con il mio comportamento a tenere a bada il virus per un anno, ma alla fine l’ho preso anche io. E questo mi fa dire con maggiore forza di continuare a mantenere comportamenti responsabili perché il rischio è davvero dietro l’angolo. Guai abbassare la guardia, dobbiamo rimanere molto scrupolosi”. Quando ha saputo di essere positivo, il primo pensiero di Comincini è stato quello di tutelare le persone: “Ho subito contattato tutte le persone che mi ricordavo di essere venuto a contatto e per timore di essermi dimenticato qualcuno ho appositamente fatto un post su Facebook. Inoltre ho sbloccato l’app immuni nelle prime 48 ore e ho constatato che purtroppo a nessuno è arrivata la segnalazione, neppure a mia moglie”.

Il senatore vuole spendere qualche parola anche per il suo medico di base, ma in generale per tutta la categoria: “Grazie alle competenze del mio medico sia io che la mia famiglia, visto che siamo risultati tutti positivi, ci siamo sentiti curati adeguatamente. I medici hanno dovuto imparare velocemente come gestire e curare a distanza e dobbiamo essergli riconoscenti. Io non ho mai avuto la sensazione di sentirmi solo, anzi. E anche Ats in 48 mi ha contattato, ho apprezzato davvero questa rapidità”. Nella difficoltà del momento Comincini trova il lato bello della vicenda: “La solidarietà della gente è stata davvero bella. Oltre alle telefonate e ai messaggi continui, c’è stata gente che ci ha fatto trovare sullo zerbino di casa, un dolce o un pensiero, sapendo che non potevamo uscire. La rete della solidarietà in questo anno ha confermato di esserci ed è stupendo vedere quante persone pensano al prossimo”. Chiusura finale sulla questione vaccino: “Sono assolutamente favorevole anche perché nessuno sa ancora a lungo termine cosa potrebbe portare questa malattia. C’è un potenziale rischio? Non mi sento di negarlo, ma sulla bilancia i vantaggi di vaccinarsi sono decisamente superiori rispetto al rischio che si corre non sottoponendosi”.