23 Giugno 2017

L'avvocato difensore di Mario Marcone, il 52enne pioltellese accusato di avere ucciso la 43enne cernuschese Gabriella Fabbiano e successivamente avere tentato di occultarne il cadavere gettandolo in una cava, ha chiesto per il suo assistito il processo con rito abbreviato, condizionato a una perizia psichiatrica. Nel caso la richiesta fosse accettata l’uomo potrebbe usufruire di uno sconto di pena pari a un terzo di quella che gli verrà inflitta. Spetterà al gip Anna Magelli valutare la domanda protocollata dal legale non appena avrà fissato l’udienza preliminare. E non sarà una decisione facile, anche in virtù dei capi d’accusa che pendono su Marcone: omicidio volontario aggravato dalla premeditazione e soppressione di cadavere. I fatti risalgono al 5 dicembre 2016, allorché nel laghetto della cava di via Adua affiorò in superficie il corpo della donna, avvolto in un telo. Blocchi di cemento per un totale di 70 chili non bastarono per ancorarlo in fondo al lago e trattenerlo. Le indagini dei carabinieri si indirizzarono immediatamente sulla vita sentimentale della donna e dopo una serie di accurate indagini si arrivò all’arresto del pioltellese, considerato il suo amante. E, come spesso capita in questi casi, il movente sarebbe la gelosia. L’uomo in seguito ha confessato di avere ucciso la cernuschese, con un colpo di pistola sparato a distanza ravvicinata dietro l’orecchio, addirittura nella notte tra il 29 e il 30 novembre. L’omicidio è avvenuto nell’appartamento dell’uomo, che  ha deciso di tenere il corpo senza vita della donna in casa fino alla sera di domenica 4 dicembre, allorché ha deciso di liberarsi del corpo, sperando di non essere visto: contava sul fatto che la maggior parte della gente poteva essere davanti al televisore per seguire l’esito del referendum costituzionale che si era tenuto durante la giornata.