04 Ottobre 2019

Un incontro in biblioteca per spiegare ai suoi concittadini le ragioni della sua scelta di lasciare il Pd e aderire a Italia Viva, il nuovo movimento politico di Matteo Renzi. Lunedì il senatore Eugenio Comincini ha rotto gli indugi e deciso di parlare della sua decisione politica. Davanti a una platea formata da una sessantina di persone, formata da esponenti politici locali, ma anche semplici cittadini e perfino persone provenienti dai Comuni limitrofi, l’ex sindaco di Cernusco ha analizzato il momento politico nazionale, compiuto un’analisi critica di quello che ormai è il suo vecchio partito, il Pd, e ha cercato di mettere in risalto da quali presupposti ha intenzione di partire Italia Viva. I presenti hanno ascoltato in un primo momento e posto una serie di domande successivamente. Il tutto in un clima a tratti surreale. Già, perché i tanti esponenti del Pd presenti, faticavano a vedere in Comincini un “secessionista”. «La decisione di lasciare il Pd è stata sofferta, ma era arrivato il momento di compiere questo passo» ha spiegato Comincini. «Il Pd fin dalla sua nascita ha evidenziato una serie di correnti interne che di fatto hanno creato disagi a un tema fondamentale, come quello della leadership. È stato così prima con Veltroni e poi con Renzi. Inoltre, il partito ha lasciato irrisolti troppi nodi che oggi lo pongono in stallo e lo rendono rigido e spesso immobile» Il senatore ha ribadito che Italia Viva non si vuole mettere in competizione con il Pd, anche se è evidente che qualche voto verrà spostato, bensì porsi come «soggetto riformista, che ha a cuore la crescita economica e demografica,  che vuole rafforzare e non indebolire la battaglia contro il sovranismo, contro chi opera per sfasciare l’Italia e l’Europa e mettere in un angolo Salvini e la sua politica». Dopo aver assicurato che a livello locale nulla cambierà («Italia Viva continuerà a stare accanto agli amici del Pd e di Vivere Cernusco») ha concluso analizzando i sondaggi che già circolano: «Ci danno tra il 4 e il 6% e per un partito che in pratica deve ancora nascere mi pare un risultato straordinario. Sono certo che dopo la Leopolda il nostro progetto inizierà a essere più chiaro a tutti».