05 Maggio 2023

La Valle di Ezechiele è una cooperativa sociale nata nel 2019 a Fagnano Olona, su iniziativa di don David, ora cappellano a Busto Arsizio, ma vecchia conoscenza della comunità cernuschese, che lo ricorda sempre con grande affetto. A raccontare questo progetto e i suoi recenti traguardi è però la vicepresidente Anna Bonanomi, moglie del sindaco Ermanno Zacchetti. «La Valle di Ezechiele si occupa di inserimento lavorativo dei detenuti» le sue parole «che vengono dai carceri di Busto Arsizio e di Bollate. Attraverso la cooperativa possono imparare un mestiere, per trovare un’occupazione quando avranno finito di scontare la loro pena». E le statistiche parlano chiaro: l’avviamento professionale è un fattore che diminuisce molto il rischio per gli ex-detenuti di incorrere in recidive. È stato proprio questo dato a far nascere in don David la volontà di fondare la Valle di Ezechiele. «All’inizio non è stato semplice» continua a raccontare Bonanomi «ma noi abbiamo la testa dura e non ci siamo dati per vinti. Pian piano siamo riusciti a coinvolgere sempre più persone, proponendo lavori semplici che però richiedono impegno e serietà: negli anni passati, 15 detenuti sono passati per la cooperativa, 4 dei quali hanno trovato impiego in aziende della zona, mentre i restanti li abbiamo assunti noi». Il gruppo per esempio collabora con aziende che si occupano di imballaggio del settore del caffè, ma soprattutto con i Comuni, dove i detenuti si occupano della digitalizzazione degli archivi cartacei. Non solo, perché la più recente iniziativa della cooperativa ha avvicinato uno degli apprendisti a un mondo affascinante, quello della birra, permettendogli anche di creare una lattina personalizzata, proprio con il marchio della Valle di Ezechiele, la Prison Beer. «Questa idea c’è sempre stata» spiega la vicepresidente «e il pretesto è nato questo Natale, quando abbiamo fatto delle ceste insieme al birrificio The Wall. Un detenuto ha quindi finito di scontare la sua pena lavorando lì, dove ha realizzato una birra che si chiama Antonio, proprio come lui. Ora che è libero l’abbiamo assunto ed è molto appassionato dal suo nuovo lavoro». La birra è stata presentata alla Messa della divina misericordia, lo scorso 16 aprile, tenuta come è tradizione della cooperativa da un personaggio noto nel campo sociale. Quest’anno è toccato a don Antonio Mazzi, che riguardo alla Prison Beer ha dichiarato: «Questa iniziativa è importante perché, attraverso il lavoro, riusciamo a tirar fuori dal carcere le persone. Spero che non sia solo un’iniziativa, ma sia una partenza di iniziative». E i piani per il futuro della Valle di Ezechiele vanno proprio in questa direzione. «Sogniamo di creare tante altre birre» conclude Bonanomi «che portino il nome di altrettanti detenuti, magari anche con birrifici diversi, ma sempre con il marchio Prison Beer». Intanto, per chi volesse provare la birra di Antonio l’indirizzo da contattare è prisonbeer@lavallediezechiele.org.
Chiara Valnegri