01 Luglio 2022

Dopo il primo turno che vedeva  Daniele Cassamagnaghi sotto di poco meno di tre punti, in tutto il centrodestra c’era un cauto ottimismo. Ma il ballottaggio ha sentenziato un altro risultato: Zacchetti resta sindaco di Cernusco. «Sapevo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile spodestarlo» le parole di Cassamagnaghi dopo averci dormito sopra una notte. «Quello che mi ha dato però fastidio sono state le falsità messe in campo contro di me nelle ultime due settimane. Loro per me erano avversari, io per loro un nemico da abbattere a tutti i costi. Sentire darmi del fascista e del fautore di Casa Pound mi ha disturbato e qualcuno ne risponderà nelle sedi opportune».
Ma Cassamagnaghi ne ha anche per le altre forze in campo che non sono arrivate al ballottaggio: «Erano tutti favorevoli a un cambio di amministrazione e invece alla fine si sono accodati. Penso a Sinistra per Cernusco, che per 5 anni ha votato contro a tutto quello che ha proposto questa giunta. Anche da Vivere Cernusco mi aspettavo più coraggio. Se fosse andato Marchetti al ballottaggio, io avrei dichiarato apertamente che lo avrei appoggiato, in quanto rappresentava il cambiamento all’attuale amministrazione. E qualcuno ha pensato solo al suo scrigno». A chi allude lo dice subito dopo: «Erica Spinelli non ha guardato l’obiettivo grande, ma soltanto al suo interesse che era entrare in consiglio e ha fatto votare Zacchetti a chi le aveva dato fiducia al primo turno con tante preferenze. Vediamo adesso che tipo di opposizione farà».
Il leader del centrodestra conferma di aver chiamato Zacchetti al telefono quasi subito: «Mi sono complimentato con lui per la vittoria e al tempo stesso gli ho ribadito che faremo un’opposizione durissima». E ha confermato la sua presenza sui banchi della minoranza: «Ho sempre messo la faccia e lo farò anche nei prossimi 5 anni. Dobbiamo fare crescere un movimento che ha iniziato a lavorare solamente pochi mesi fa, mettendo in difficoltà chi governa da 15 anni Cernusco. Possiamo solo crescere e prepararci a essere un’alternativa valida, sperando, però, che la prossima volta la gente vada a votare. Chi non l’ha fatto adesso non dovrà lamentarsi».