05 Marzo 2021

Mentre in altri ambiti, seppure lentamente, qualcosa si muove, slitta ancora l’apertura di palestre e piscine, indipendentemente dal colore in cui la Regione si troverà, almeno fino al 6 aprile. Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio del 2 marzo, infatti, stabilisce che “restano chiuse palestre, piscine e impianti sciistici”. E così si allontana la data in cui si potrà tornare ad allenarsi al chiuso.
«Siamo stanchi e amareggiati» commenta Matteo Gerli socio-fondatore di Enjoy Sport. «In passato ero positivo, c’era la prospettiva dei vaccini. Ora invece? La situazione non è bella e onestamente mi sembra che sia sempre peggio». Secondo le indicazioni degli esperti del Cts, che hanno risposto alle richieste del governo, palestre e piscine potranno riaprire soltanto quando il numero dei contagi sarà di 50 persone per centomila abitanti. Nelle prossime settimane gli indicatori potranno essere eventualmente rivisti anche per programmare uno scaglionamento degli ingressi nelle strutture sportive, ma al momento gli scienziati non ritengono di poter concedere il via libera.
Infrante, dunque, le attese del comparto, che sperava in una decisione diverse da parte del nuovo Governo Draghi. A fine febbraio il presidente dell’Anif, Associazione nazionale impianti sport e fitness, Giampaolo Duregon, aveva anche scritto una lettera chiedendo particolare attenzione nei confronti degli imprenditori sportivi. Ma nulla è cambiato. E la stessa cosa l’aveva fatto AcquaNet, inviandola ai massimi rappresentanti del mondo politico, nella speranza che qualcosa si muova. Intanto, da febbraio 2020 Gerli ha visto prima chiudere tutto il centro, poi la riapertura e ancora la chiusura con il mantenimento di Enjoy Rehab, Enjoy School ed Enjoy Cafè in base al colore in cui si trovava di volta in volta la Lombardia. E ora che è paventata la zona rossa, sono all’orizzonte nuove chiusure di settori che hanno permesso di andare comunque avanti, come la scuola e l’area ristoro.
«Sto continuando ad anticipare la cassaintegrazione, al momento non ho visto neanche un euro» prosegue Gerli. «E i ristori sono veramente irrisori: per lo scorso anno, abbiamo avuto 18mila euro, quest’anno ancora non se ne parla. Il tutto con un calo di fatturato del 33%. Sono arrabbiato, soprattutto perché ritengo che palestre e piscine siano presidi della salute. Qui le regole vengono rispettate, fuori si può dire altrettanto? È permessa l’attività fisica all’aperto e nelle area attrezzate. È un controsenso: chi monitora le distanze e perché in quel caso non è obbligatoria la sanificazione? Ogni giorno che restiamo chiusi è un duro colpo, ovviamente in termini economici, che qui non voglio quantificare, ma anche dal punto di vista mentale ed emotivo”.
Eleonora D’Errico