23 Maggio 2022

È difficile immaginare una realtà diversa da quella fatta di grattacieli e industrie che caratterizza il panorama alle porte di Milano. Eppure, a breve distanza dalle loro abitazioni, i peschieresi potrebbero scoprire un ritaglio di paesaggio che rimanda a un immaginario diverso, al confine tra la natura e la città, un po’ come chi lo gestisce, in bilico tra la serietà e la passione di una professione che richiede tanto sacrificio quanto amore. Si tratta del Centro ippico I platani, nel vicino comune di Inzago. La direttrice Laura Palleni racconta come si svolge la vita tra i cavalli. «Il contatto con gli animali è senz’altro qualcosa che fa bene, specialmente ai ragazzi» esordisce, «e infatti la maggior parte delle persone che frequentano il maneggio sono giovani ed è interessante vederli crescere negli anni e mostrare la propria sensibilità, anche grazie alla relazione con il pony». I platani, infatti, sebbene dispongano di box anche per le pensioni dei cavalli, hanno principalmente 20 pony per la scuola di equitazione, che si svolge secondo una modalità particolare, tutt’altro che noiosa: i mounted games. Letteralmente, trattasi di giochi a cavallo, attività che promuovono un approccio ludico allo sport, fermo restando i principi della monta corretta, indispensabili in ogni disciplina equestre. Laura menziona ad esempio alcuni di questi giochi: «La “palla e cono” prevede che da sopra al pony ci si avvicini a un cono da strada vi si poggi sopra una pallina da tennis senza farla cadere, o le “Pietre” richiedono di scendere dal cavallo mentre è in corsa e, continuando a correre al suo fianco, camminare sopra sei strutture rialzate, per poi risalire». Gli esercizi in realtà sono molti di più ed esistono delle competizioni a squadre in cui i concorrenti si sfidano, con gare disputate persino a livello mondiale. Questo sport è nato su iniziativa del principe Filippo di Edimburgo e si è sviluppato in Francia, per diffondersi ora anche in Italia. Esistono categorie per ogni età, dai più piccoli, che si aggirano sui 5 anni, ai più grandi, che superano i 20, oltre ai tanti adulti che impegnano così il loro tempo libero. La stessa direttrice del centro in passato montava a cavallo e, nonostante tutti gli aggiustamenti che la vita per forza impone, ha ritrovato dopo tanti anni lo stesso trasporto, che in fondo non è mai andato perso. «Questa è proprio una disciplina che richiede passione, perché poi coinvolge altri aspetti della vita e, se è vero che regala tantissime soddisfazioni, perché si impara insieme al cavallo, è anche vero che occorre molta dedizione, non per diventare bravi, ma anche solo per montare, perché non bisogna dimenticare che si ha sempre a che fare con un animale che ha bisogno delle sue cure: non vale giocarci e poi lasciarlo lì». Insomma, si può dire che sia un mondo coinvolgente, come dimostra il fatto che la figlia minore di Laura, Giulia, condivide con la madre lo stesso entusiasmo, oltre che le fatiche nella gestione del centro. I pony infatti vengono trattati con ogni premura: viene dato loro il fieno, a turno vengono lasciati liberi fuori dai box nei vasti paddock, ci si assicura che siano sempre puliti e soprattutto in salute, che è naturalmente la priorità. Laura a proposito racconta: «Il momento della preparazione del pony spesso è uno dei più amati dai bambini, perché possono spazzolarlo, coccolarlo e dargli le carote. Soprattutto per i genitori è bello vedere i figli in un ambiente così diverso da quelli a cui sono abituati e così a loro agio di fronte ad animali che, saranno anche piccoli, ma sanno farsi valere». Il rispetto per i cavalli e per gli amici sono insegnamenti che rimangono centrali anche nei settori ludici, come quello dei mounted games. L’idea di un ranch in mezzo alla natura è così pura da sembrare una favola, ma come ogni racconto che si rispetti, anche in questo caso c’è una morale: sempre al primo posto il rispetto per gli animali e l’ambiente, il divertimento poi non si farà mancare.
Chiara Valnegri