16 Giugno 2017

Cosa c’è di meglio per i bambini che sporcarsi le mani giocando con la terra? Probabilmente, qualche tempo fa, la risposta sarebbe stata senza ombra di dubbio «niente», ma le cose sono cambiate e al giorno d’oggi è più facile che si appassionino alla tecnologia piuttosto che alla natura. Partendo da questa malinconica consapevolezza, i proprietari del vivaio cernuschese Floricoltura la Gemma hanno pensato di affiancare alla loro trentennale attività commerciale una serie di percorsi didattici rivolti proprio alle nuove generazioni e quindi alle scuole dell’infanzia e a quelle primarie del territorio. Laboratori, eventi, workshop che hanno lo scopo di far conoscere ai ragazzi il mondo delle piante, in modo spontaneo, diretto e coinvolgente. «Sono cresciuta all’interno di questo vivaio e forse per me è stato fin troppo facile appassionarmi alla natura, scoprirne i segreti e le potenzialità senza paura» spiega Chiara Pollastri, figlia del titolare che da 2 anni e mezzo si occupa di tutto ciò che riguarda la comunicazione dell’attività. «Oggi però è davvero impressionante accorgersi di quanto i bambini siano distanti dal mondo animale e vegetale. Basta osservarli: hanno paura di sporcarsi, sono disgustati dai piccoli insetti o dai vermi, che invece sono essenziali per il pianeta. Molti di loro sono convinti che frutta e verdura si producano nelle industrie o che il pollo abbia quattro zampe». Ma la cosa peggiore, a detta di Chiara, è che i bambini non considerano le piante come esseri viventi, bensì le vedono come oggetti da arredamento, belle ma prive di vita, scollegate completamente dall’uomo. Ecco perché, un anno fa, gli insegnanti delle scuole cernuschesi (come del resto i genitori) hanno accettato ben volentieri di partecipare con le loro classi alle nuove iniziative “green” dei Pollastri. «Organizziamo eventi per la comunità dal 2014 con lo scopo di avvicinare la gente all’universo del verde» continua la figlia del titolare. «Per esempio la caccia alle uova di Pasqua nascoste tra i cespugli del vivaio oppure la consegna simbolica da parte del sindaco di un albero a ogni nato. L’anno scorso ci siamo detti: perché non provare a coinvolgere direttamente le scuole con una serie di laboratori creati appositamente per le varie fasce d’età?». E così è stato. Negli ultimi mesi, l’area verde di 30mila mq davanti al parco dei Germani, già punto di riferimento per la comunità, è diventata un luogo di ritrovo e di insegnamento per i piccoli studenti cernuschesi. Tra i percorsi didattici più riusciti, troviamo il “Pollice Verde”, articolato in una parte teorica, che si svolge in classe, e una pratica, che ha l’obiettivo di trasmettere ai ragazzi il valore intrinseco delle piante e della coltivazione come strumento per capire meglio il nostro mondo, al di là dell’urbanizzazione: dalla semina alla concimazione, dalla potatura al riconoscimento delle varietà, ma anche l’abbinamento tra il frutto e la sua stagione. Un altro laboratorio molto interessante, rivolto specificatamente ai piccoli dell’asilo nido per la sua natura immediata e pratica, è “Mi presento in 5 sensi” vale a dire percepire le sensazioni che la natura sa trasmettere: durante le visite al vivaio, i bambini possono vedere, toccare, annusare le piante descritte a scuola, giocando con la terra e scoprendone  i colori e i profumi. Tra i percorsi didattici giornalieri, questa volta per gli alunni della primaria, c’è anche il “Green Travel”. Un vero e proprio giro del mondo attraverso le piante che intende insegnare le diversità climatiche, e di conseguenza le diverse essenze che crescono sul pianeta, con una certa attenzione al nostro territorio, e la consegna finale di un piccolo passaporto. «Ci avvaliamo della collaborazione di due esperte, Ilaria Baroni e Valentina Nani dell’associazione “Chi può dirlo?” di Bussero che lavora con i diversamente abili» conclude Pollastri. «All’inizio, infatti, l’idea era quella di rivolgere questi laboratori alle persone con difficoltà di vario tipo, poi abbiamo pensato di coinvolgere le scuole e devo dire che sta funzionando. La soddisfazione più grande? Vedere i bambini uscire dal vivaio con le mani finalmente sporche di terra e il sorriso sulle labbra».
Francesca Lavezzari