03 Dicembre 2021

Non è bastata la pioggia a fermare l’inaugurazione della panchina rossa all’angolo tra via Fontanile e via Buonarroti, la sesta sul territorio cernuschese, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il 25 novembre. Alle 11 gli studenti delle classi terza, quarta e quinta del liceo classico Itsos Marie Curie si sono recati sul sito dell’installazione insieme alle loro professoresse, tra cui la coordinatrice del progetto, Giovanna Geraci. L’assessore alle Pari Opportunità Luciana Gomez, nel discorso inaugurale, ha dichiarato che «la panchina è rossa a simboleggiare la violenza, ma l’abuso non ha colori definiti, soltanto sfumature: alcune di esse sono evidenti, come lividi e graffi, mentre altre sono più sottili e si esprimono nella forma del maltrattamento psicologico o della costrizione economica, e in ogni situazione in cui una donna sia privata della propria libertà». Si sono pronunciati, allineandosi con la posizione già espressa dalla collega, anche il sindaco Ermanno Zacchetti, gli assessori allo Sport Grazia Maria Vanni e all’Educazione Nico Acampora.
Gomez ha inoltre ribadito il numero di telefono antiviolenza e stalking (1522), promuovendo il lavoro della Rete Antiviolenza Adda-Martesana, e ha ringraziato il preside dell’Itsos Umberto Pesce, anch’egli presente, per l’opportunità di collaborazione, sottolineando che «la lotta alla violenza parte dall’educazione».
La professoressa Geraci ha ripreso questo tema e ha raccontato i motivi alla base del progetto e le fasi della sua gestazione: «L’iniziativa mi tocca molto, sia come donna che come insegnante, perché è fondamentale per i ragazzi smontare da subito i luoghi comuni che sentono ripetersi dalla nascita”. Ha spiegato, infatti, che le frasi affisse sopra alla panchina sono state pensate dagli studenti stessi e riflettono il loro modo di vivere la violenza e la discriminazione di genere. La professoressa ha anche precisato che un simile lavoro è stato possibile all’Itsos Marie Curie, perché «gli studi umanistici permettono di affrontare temi delicati in modo trasversale, valorizzando la sensibilità dei ragazzi». I giovani attivisti hanno confermato questo resoconto: portavoce del gruppo, per le ragazze, Camilla, Irene, Jasmine e Marta, per i ragazzi, Andrea, Leonardo e Matteo. Le studentesse, riflettendo sul significato della panchina, hanno affermato che «si tratta di un gesto importante, perché unisce tutte le donne in una consapevolezza collettiva e attesta la nostra personale volontà di partecipare alla lotta di ognuna al fianco di tutte le altre: comunica che non siamo indifferenti». Soprattutto, le ragazze hanno rammentato i giorni di allestimento del progetto, in cui hanno potuto raccontare il proprio scopo ai passanti incuriositi, stimolando l’informazione in materia.
«Un aspetto fondamentale», hanno continuato i ragazzi, «è che questo è solo l’inizio: abbiamo preso posizione, ma ora dovremo continuare a curare questa panchina e dovremo rinnovare quotidianamente il nostro impegno per la causa». Gli studenti quindi hanno sottolineato la loro partecipazione all’iniziativa e al dolore che essa vuole ricordare. «Esistono ancora troppi stereotipi, perciò è necessario sensibilizzare maschi e femmine di ogni età contro la violenza, perché se una persona ne è consapevole, allora non può non esserne infastidita e così necessariamente inizia ad agire per migliorare la situazione». Una giornata, insomma, volta non solo a condannare la violenza di genere e a commemorarne le vittime, ma anche a stabilire un nodo sempre più stretto tra educazione e cittadinanza, perché, citando proprio la professoressa Geraci: «La scuola non si fa solo tra quattro pareti».
Chiara Valnegri