08 Marzo 2019

La campagna “BC, Basta Compiti” lanciata dal dirigente scolastico Maurizio Parodi, arriva anche in Martesana. A Cernusco, per l’esattezza. E lo fa tramite il consigliere comunale di Cernusco Civica, Claudio Gargantini. «Ci tengo a precisare che non si tratta di una mia idea» la premessa fatta da Gargantini. «Ho solo voluto rilanciare in maniera forte la campagna di Parodi. Al di là della questione compiti, ritengo che questo sia un modo per riflettere sulla scuola, su come sia strutturata e ferma a un’epoca ormai bella che passata».
Fino ad oggi la cracoclt firme “BC, Basta Compiti” ha raccolto 33.700 adesioni. Su change.org, dove è possibile aderire, sono elencate in maniera precisa le motivazioni: i compiti “sono inutili, dannosi, discriminanti” si legge; e ancora “stressanti e malsani”. Solo per citare qualche passaggio: “Procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura”; “avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati”, “costringono i genitori a sostituire i docenti, senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare”.
Tutti concetti condivisi da Gargantini, che quindi ha deciso di riprendere e rilanciare anche a Cernusco la raccolta firme, allo scopo principale di, come lui stesso dice, «aprire un dibattito costruttivo». Ma è proprio in riferimento al dibattito che la questione incespica. «Al di là delle opinioni, ritengo che tutto ciò che riguarda la scuola debba essere uno spunto per aprire una discussione» prosegue il consigliere. «Così ho ritenuto opportuno condividere la petizione anche sulle pagine social dei Comitati genitori delle nostre scuole, che però non hanno approvato la condivisione. La ragione che mi è stata riferita, anche in altre circostanze, è che si tratta di pagine informative e, quindi, vengono utilizzate come fossero bacheche. Ma io credo che non sia giusto: dovrebbero essere un punto di partenza per dare avvio a dibattiti che hanno come tema la scuola, altrimenti mi sembrano inutili».
Eleonora D’Errico