Andreasi, Arnaboldi, Locatelli e Valentini

Intervista doppia a Ivano Arnaboldi e Mario Locatelli

26 Ottobre 2012

Si parte con lo juventino Ivano Arnaboldi.

Nome

«Ivano».

Cognome

«Arnaboldi».

Anni

«Quarantasette».

Abbonato da...

«Il nostro Juve Club è nato da un anno. Sono stato abbonato per sette, poi ho dovuto staccare, e ora sono due anni che ho rifatto la tessera». 

Prima partita vista?

«A San Siro, 1978, Milan-Juventus 1 a 4 con gol di tacco di Bettega».

Quanti scudetti ha la Juventus?

«Trenta. E sul campo anche qualcuno di più».

Quanti scudetti ha l’Inter?

«Non lo so, credo tra i quindici e i diciassette».

L’idolo di sempre?

«Nessun dubbio: Alessandro Del Piero».

Se dico Juve?

«Passione».

Se dico Inter?

«Tristezza».

Un pensiero su Andrea Agnelli?

«Sta portando a casa buoni risultati, però il nonno Gianni era un’altra cosa. Lui pare troppo calcolatore e poco passionale».

Una riflessione, invece, su Massimo Moratti?

«Non lo conosco bene. Posso dire che mi pare un po’ troppo lamentoso. Da sempre».

Lo Juventus-Inter che ricorda sempre volentieri?

«Non ce n’è uno in particolare. Per noi è una partita normale. In cento anni avranno vinto a Torino sì e no dieci volte».

Il giocatore che sportivamente parlando odia di più?

«Quando Ibrahimovic giocava in Italia senza alcun dubbio era lui. Maglia dell’Inter e del Milan dopo la nostra. Come si fa?».

Chi toglierebbe sabato prossimo all’Inter?

«Senza dubbio Milito. Perché lo vorrei alla Juve».

C’è un interista del passato o del presente che stima?

«Più di uno. Milito e Zanetti ad esempio meritano la mia stima per il loro comportamento in campo e fuori».

Com’è Conte?

«È partito alla grande. Sembra avere potenzialità interessanti per aprire un ciclo, ma solo il tempo dirà l’ultima parola».

Un giudizio su mister Stramaccioni?

«È una bella scommessa dell’Inter. Speriamo che la perdano... Ma per ora sta facendo bene con i risultati che sono tutti dalla sua parte».

L’allenatore della Juve di sempre?

«Il dilemma è tra Lippi e Trapattoni. Penso che dipenda dalla generazione a cui fai questa domanda».

Due parole su capitan Del Pietro le vogliamo spendere?

«Insieme ad altri due campioni, che sono Boniperti e Scirea, identifica alla perfezione la juventinità. Quando un giocatore pensa e si comporta come Del Piero i risultati li ottiene per forza».

Due parole anche sulla bandiera dei nerazzurri, Xavier Zanetti?

«Certamente. Per lui vale lo stesso discorso fatto per Alessandro Del Piero. È un professionista serio, un vero esempio per tutti. Non è un caso se a quell’età giochi ancora oggi ed è sempre tra i migliori».

Mi dice la sua Juventus ideale di tutti i tempi?

«Molto complicato. Proviamoci. Buffon in porta, linea difensiva formata da Gentile, Cabrini, Scirea e Thuram; a centrocampo Causio Tardelli, Nedved e Platini; in attacco la coppia Del Piero-Bettega. E ne devo lasciare fuori davvero tanti, come ad esempio Roberto Baggio e Zidane».

Juventus-Inter è davvero il derby d’Italia?

«Pe me assolutamente no. I numeri non dicono questo. Juventus-Torino è un derby perché il bilancio anche se loro sono inferiori è piuttosto equlibrato. Mi devo ripetere, ma l’Inter da noi quante volte ha vinto?»

Lo Juventus Stadium è davvero l’uomo in più per voi?

«È un bello stadio dove si vede bene la partita. Però l’anno scorso in casa abbiamo fatto sei pareggi con squadre medio-piccole e sei volte sono tornato a casa deluso. Non sono così convinto che il nostro stadio sia davvero l’uomo in più».

Il giocatore avversario più sopravvalutato?

«Qui non ho dubbi: Antonio Cassano».

Trapattoni o Lippi?

«Se devo decidere dico Lippi perché ha vinto scudetti, la Champions e la Coppa del Mondo a Berlino 2006».

Il giocatore che rimpiange?

«Scontato e devo ripetermi: Alessandro Del Piero».

Si può essere amici di un interista?

(ride) «Direi di sì, anche se sono pochi quelli che capiscono di calcio. Con quelli si riesce».

Perché è juventino?

«Destino. La mia famiglia è bianconera da generazioni».

A fine anno dove sarà arrivata la Juventus?

«Se non è autolesionista vince lo scudetto. In Champions dopo il pareggio di martedì la vedo dura. E poi, questa Coppa, è troppo legata agli episodi».

E l’Inter?

«Non mi interessa molto. Comunque se gli va bene potrebbe arrivare terza».

Peggio Inter o Milan?

«Bel dilemma: direi l’Inter, ma... proprio di poco».

Sarà a Torino sabato 3 novembre?

«Assolutamente sì».

Risultato finale?

«Vince la Juventus. Anche mezzo a zero a me va benissimo».

Se vincete pronto a pagare da bere agli interisti?

«Assolutamente no. Sono ancora troppi i debiti che hanno nei nostri confronti».

 

Risponde l'interista Mario Locatelli.

Nome

«Mario».

Cognome

«Locatelli».

Anni

«Sessantadue».

Abbonato da...

«Il nostro Inter Club è nato nel 1989, ma io sono trent’anni che vado allo stadio. Inizialmente facevo servizio d’ordine». 

Prima partita vista?

«Era il 1962. Inter contro Benfica dell’allora Coppa dei Campioni. Vincemmo 3 a 2, gol di Suarez, Jair e Maschio».

Quanti scudetti ha l’Inter?

«Ovvio, diciotto».

Quanti scudetti ha la Juventus?

«Ventotto e non quanti dicono loro».

L’idolo di sempre?

«Ero un corsiano, quindi dico Mariolino Corso. Di oggi, scontato dire i soliti nomi e allora dico che mi piacciono molto Handanovic e Ranocchia».

Se dico Inter?

«Campioni».

Se dico Juve?

«Una squadra di calcio che non tiferò mai».

Un pensiero su Massimo Moratti?

«Ottimo presidente. Con il fairplay finanziario ha stretto un po’ la borsa, ma ha allestito una bella squadra con un allenatore giovane e bravo. I tifosi devono pazientare, i risultati arriveranno».

Una riflessione, invece, su Andrea Agnelli?

«Deve smettere di polemizzare con noi che non centriamo niente con quello che è successo. Non è mica colpa nostra se avevano Moggi e Giraudo».

Lo Juventus-Inter che ricorda sempre volentieri?

«Non ricordo l’anno, ma vincemmo a Torino 2 a 1 con reti di Suarez e Corso».

Il giocatore che sportivamente parlando odia di più?

«Due che hanno giocato per noi. Non mi è piaciuto il comportamento di Bobo Vieri quando è andato via e poi Balotelli. Uno che butta per terra la maglia come ha fatto lui non voglio più vederlo. La maglia è sacra».

Chi toglierebbe sabato prossimo alla Juve?

«Asamoah. Pirlo lasciatelo pure giocare».

C’è uno juventino del passato o del presente che stima?

«Stimavo Gaetano Scirea, un vero signore. Oggi con tutte le polemiche che ci sono è difficile trovarne uno».

Com’è Stramaccioni?

«Manca un pizzico di esperienza in campo nazionale mentre sta facendo bene in Europa. Si sta dimostrando più bravo di quanto pensassi e se gli si darà tempo tornerà a farci vincere. E ad aiutarlo c’è il vice Baresi che è stato anche accanto a Mourinho e saprà dargli i consigli giusti».

Un giudizio su mister Conte?

«È un allenatore da Juventus. Però se ha sbagliato come la giustizia sportiva sta dicendo è giusto che debba pagare anche lui. Per me può pure andare allo stadio, in tribuna. Ma se è squalificato deve rispettare la sanzione».

L’allenatore dell’Inter di sempre?

«In gioventù mi sono affezionato ad Herrera. Però Mourinho è forse il migliore che abbiamo avuto e poi ci ha regalato due anni di orgoglio Inter che saranno indimenticabili. Io però ricordo con piacere anche Gigi Simoni».

Due parole su capitan Zanetti le vogliamo spendere?

«Come no. È il capitano e con questo dico tutto. Allo stadio ogni volta ci chiediamo come faccia a correre ancora così tanto nonostante gli anni, ma la risposta credo sia semplicissima: è un atleta  e un professionista vero».

Due parole anche sulla bandiera bianconera, Alessandro Del Piero?

«Indiscutibilmente è un fuoriclasse. Chi ama il calcio non può non ammetterlo. E poi uno come me che è sempre stato corsiano per la bellezza delle sue giocate, non può fare finta che Del Piero sia uno normale».

Mi dice la sua Inter ideale di tutti i tempi?

«Julio Cesar, Maicon, Chivu, Samuel, Lucio, Cambiasso, Zanetti,  Pandev, Snajder, Eto’o, Milito. Quella della Champions del 2010 a Madrid. Ma se vuole le dico anche Sarti, Burnich, Facchetti...».

Juventus-Inter è davvero il derby d’Italia?

«Pe me assolutamente sì. Le due squadre più importanti d’Italia che per giunta non si amano. Se non è un derby questo...»

Lo Juventus Stadium è davvero l’uomo in più per loro?

«Eccome. Sempre pieno con i tifosi vicino al campo. Anche San Siro è importante, ma se non è pieno la differenza si sente».

Il giocatore avversario più sopravvalutato?

«Giovinco. Si è visto anche martedì in Champions».

Mourinho o Herrera?

«Bel match. Direi Mourinho perché ha riportato la Champions a palazzo Durini».

Il giocatore che rimpiange?

«Facchetti, una persona davvero squisita».

Si può essere amici di uno juventino?

(ride) «No».

Perché è interista?

«Sono nato con il cuore nerazzurro».

A fine anno dove sarà arrivata l’Inter?

«Terza o quarta».

E la Juve?

«Mi auguro quinta o sesta».

Peggio Juve o Milan?

«Sono antimilanista».

Sarà a Torino sabato 3 novembre?

«Probabilmente sì».

Risultato finale?

«0 a 2. Gol di Palacio e Cambiasso».

Se vincete pronto a pagare da bere agli juventini?

(ride) «Vado subito a trovarli al bar dove hanno il club e gli offro un calice... amaro».

Roberto Pegorini