21 Dicembre 2022

Il cernuschese Alessandro Mazzucchelli, tesserato Anpi nella sezione locali, di cui è anche parte nel direttivo, ha scritto a inFolio per condividere la testimonianza di Giovanni Castorani, detto Gianni, nato a Piazzola sul Brenta in Provincia di Padova il 3 novembre 1924, al quale è stata concessa da poco la Medaglia Commemorativa per la Guerra di Liberazione. E Giovanni è suo nonno materno.

Quando ci fu l’armistizio dell’8 settembre 1943 Gianni viveva a Vaccarino, una frazione del Comune di Piazzola sul Brenta, aveva quasi 19 anni e studiava Ingegneria Meccanica all’Università di Padova, e come studente era temporaneamente esentato dal servizio militare di leva. Vista la situazione che viveva il paese, decise di partecipare alla liberazione dell'Italia assieme al suo amico d’infanzia Luigi Cavinato: la meta designata fu il sud d'Italia, già liberato dagli anglo-americani, precisamente Taranto dove c’era lo zio di Luigi, il Maggiore Silvio Cavinato, ufficiale di Marina, che, in seguito, li aiuterà ad arruolarsi come volontari di guerra nel Battaglione Bafile il 26 novembre 1943.

Luigi Cavinato ha raccolto i ricordi di questa esperienza in un libro che si intitola “8 Settembre 1943 – Ricordi indimenticabili della mia vita”, ecco cosa scrive Cavinato in merito alla decisione di partire assieme a Gianni Castorani: “Il mattino successivo, mentre tutti siamo in preda a grande agitazione, si presenta il mio amico di scuola e di collegio, Gianni Castorani. Siamo coetanei e anche lui di famiglia antifascista. Messo al corrente della situazione, decide senza esitare: "Se Gigi parte per il sud, io vado con lui". Il momento è così grave che non c’è tempo per riflettere. I tedeschi, con l'appoggio dei fascisti, rapidamente prendono in mano la situazione in tutta l'alta Italia. L’esercito italiano, abbandonato a sé stesso, si disperde per le campagne, cercando abiti civili, sperando di sfuggire ai rastrellamenti. Le famiglie li aiutano come possono ma, nonostante questo, molti non sfuggiranno alla deportazione in Germania, o peggio. Il pericolo è reale; bisogna decidere rapidamente. L’ottimismo per la iniziale, veloce avanzata dell'esercito alleato, l’entusiasmo, che facilmente fa breccia nell'animo dei giovani, unitamente, devo confessarlo ora, a una buona dose di incoscienza, ci spingono ad accelerare la partenza. Vogliamo, con piena convinzione, dare il nostro contributo per la liberazione dell'Italia dall'oppressore tedesco e fascista. II nostro viaggio inizia tra il 10 e il 15 di settembre, non mi è possibile precisare meglio e tutto avviene in modo così frettoloso e concitato che quasi non abbiamo il tempo per una lacrimuccia”.

Così è iniziato il viaggio dei due amici: alla stazione ferroviaria di Padova salirono su un treno diretto a Bologna, nessuno dei due sapeva cosa li attendeva, i pericoli e gli imprevisti erano dietro l’angolo, i fascisti e i tedeschi salivano sui treni e controllavano quanti, secondo loro, potevano essere dei disertori. Ci metteranno più di due mesi per raggiungere Taranto: il viaggio in treno li portò dal Veneto fino alla località di Silvi Marina in Abruzzo, da lì proseguirono a piedi sostenuti dalla grande ospitalità e solidarietà delle persone incontrate nel percorso che mai negarono loro un pasto caldo e un posto dove dormire la notte. A Taranto si arruolarono come volontari nella Marina Militare il 26 novembre 1943 e vennero assegnati al Battaglione Bafile anche se in due compagnie diverse, Gianni venne destinato alla fureria. Il 30 marzo 1944 il Battaglione Bafile era pronto per l'impiego con circa 1.200 uomini che partirono il 4 aprile 1944 per raggiungere il fronte nella zona di Cassino. Furono inizialmente messi alle dipendenze della Quarta Divisione del XIII Corpo d'Armata Britannico per rilevare un reparto inglese dislocato a cavallo del fiume Rapido, circa 10 chilometri a nord-nord-est di Cassino.  Il 16 aprile 1944, la Quarta Divisione Inglese fu rimpiazzata dalla Seconda Divisione Neozelandese, il Battaglione Bafile passò alle dipendenze dei britannici e fu poi ritirato dalla prima linea il 29 maggio 1944 e inviato sul fronte dell'Adriatico alle dipendenze del Corpo di Liberazione Italiano. Una volta terminata la guerra sul fronte di Cassino, Luigi Cavinato scrive nel suo libro: “Dopo tanti mesi, posso incontrare Gianni e stiamo insieme un'intera giornata. È molto magro, ma dice di stare bene. Ci raccontiamo tante cose e so che anche lui, al fronte, ha rischiato la pelle”. 

Lo scorso 18 novembre 2022 è stata riconosciuta al Furiere Ordinario Volontario di Guerra Giovanni Castorani la Medaglia Commemorativa per la Guerra di Liberazione. Giovanni ora riposa nel cimitero di Pietrasanta (Lucca) in Versilia: è mancato il 30 luglio 1990.