19 Maggio 2017

Da qualche anno a questa parte, lo storico banchetto dei libri usati a 1 euro, che ogni sabato viene allestito in piazza Matteotti, è legato indissolubilmente a un personaggio davvero unico nel suo genere: Vito Contini.  Pensionato 72enne di origine pugliese, ex collaudatore di macchinari, uomo socievole e soprattutto instancabile: da quando c’è lui, la principale attività dell’associazione cernuschese Operazione Cachoeira de Pedras ( la vendita dei libri, appunto, a favore delle missioni umanitarie nel nord est brasiliano) sembra aver ritrovato la marcia giusta. Il segreto? Lo abbiamo chiesto direttamente lui. «Sono sempre stato iperattivo, non riesco proprio a stare fermo» ci confida. «Prima di incontrare i ragazzi dell’associazione, per esempio, ero già in pensione ma comunque mi davo da fare come autista volontario dove capitava. Poi, circa 10 anni fa, ho iniziato a collaborare con Cachoeira: avevo capito che c’era bisogno di una mano per caricare e scaricare i libri dal furgone. Così, su invito di Luca Forlani, cominciai a presentarmi in piazza ogni sabato mattina». Un periodo di stage, per così dire, che si trasforma in vera e propria “assunzione” qualche tempo dopo, in occasione della Festa delle Culture. «Quel giorno c’era molto da fare e il banchetto era stato letteralmente preso d’assalto. I ragazzi non riuscivano a starci dietro e così quando un signore fece il gesto di darmi un euro per il libro che aveva scelto, uno di loro mi disse “metti in cassa, ormai sei parte della famiglia”. Una frase che non dimenticherò mai e che sancì ufficialmente il mio ingresso nel gruppo». Un gruppo di amici, ricordiamolo, che si costituisce associazione nel 2001, dopo un viaggio nel nord est brasiliano ricco di esperienze umane con l’obiettivo di creare un ponte di solidarietà e reciproca conoscenza con alcune realtà del luogo. Da allora pace, convivenza tra i popoli, promozione dei diritti umani e delle differenze culturali sono i valori che più stanno a cuore a questi ragazzi cernuschesi che nel corso del tempo, oltre ai viaggi hanno incrementato le loro attività organizzando eventi culturali e manifestazioni volte a valorizzare memoria e produttori locali, nel rispetto dell’ambiente e delle peculiarità del territorio. Basti pensare all’ormai tradizionale festa “Per la rivoluzione in bicicletta”, rassegna estiva di musica e cultura popolare, con particolare attenzione alla qualità delle proposte culinarie, dove trovare cibi biologici, prodotti del commercio equo, prodotti della filiera corta, birre artigianali e vini di eccellenza. Ma torniamo al banchetto e al segreto di Vito: l’organizzazione. «Una delle prime cose che notai fu la totale mancanza di ordine» racconta, sorridendo, Contini. «I libri venivano disposti senza nessun criterio e i soldi erano raccolti in una busta plastica. Posso capire che, non dovendo gestire solo il banchetto e avendo mille cose da fare, i ragazzi dessero poco peso a questi aspetti». Fatto sta che Vito comincia, è proprio il caso di dirlo, a sistemare le cose: dalla selezione dei libri alla loro divisione per genere, dalla costruzione di un’apposita cassa per le monete e le banconote al riordino dei volumi nel deposito dell’associazione. Una vera e propria strategia di marketing, come la definisce lui, che in poco tempo dà i suoi frutti. «Ho collezionato tante esperienze lavorative diverse, da quando avevo 14 anni» continua, «Ma tutte avevano in comune due cose: il fatto di stare a contatto con la gente e la necessità di essere preciso e responsabile». Qualità che Vito ha acquisito nel tempo e che ha deciso di regalare ai ragazzi dell’associazione, senza farsi troppe domande, ma mettendo semplicemente in campo tanto entusiasmo e una buona dose di praticità. «La gente ormai mi riconosce, viene al banchetto anche da fuori per fare due chiacchere e ci sono dei veri e propri habitué» conclude Contini. «Del resto tutti i libri, ma proprio tutti, costano 1 euro e si possono fare grandi affari». Sicuramente, questa è la vera forza del banchetto e il merito va ai ragazzi che da oltre 15 anni finanziano in questo modo i progetti legati alla figura del missionario cernuschese don Sandro Spinelli. Ma una cosa è certa: se gli affari vanno sempre meglio, bisogna anche ringraziare il sorriso e l’organizzazione dell’inossidabile Vito. Come lui ironicamente (ma nemmeno troppo) si fa chiamare.
Francesca Lavezzari