18 Maggio 2018

Venticinque anni di musica, prove ed esibizioni, ma soprattutto di grandi emozioni. Ha compiuto un quarto di secolo il Coro Philomela, complesso da camera segratese, voluto e guidato dal maestro cernuschese Giorgio Radaelli che dal 1993, anno della fondazione, continua a raccogliere successi e consensi. Una formazione interamente femminile, con voci che ne fanno parte fin dal primo giorno e altre che nel corso degli anni sono aggiunte al coro, tutte con un unico obiettivo: quello di fare spettacolo, ma di farlo con obiettivi alti e ambiziosi. Radaelli è fondatore e direttore del coro: «Nella vita sono ingegnere, ma ho sempre avuto la passione per la musica corale e strumentale. Mi sono diplomato presso il Conservatorio di Padova, ho studiato pianoforte e frequentato il corso di clavicembalo presso la Civica Scuola di Musica di Milano. Poi ho proseguito gli studi, non solo inerenti agli strumenti, ma anche frequentando corsi di formazione e perfezionamento sulla direzione corale». Esperienze che lo hanno portato, nel 2003, a diventare anche direttore del Coro Polifonico Città di Cernusco, continuando però a seguire con la stessa dedizione la sua “creatura” segratese, affiancato anche dalla moglie Paola Bozzolini, presidente dell’associazione musicale del coro femminile Philomela, di cui fa parte non solo come corista e solista, ma anche come preparatrice vocale. Sabato 5 maggio, proprio per celebrare l’importante traguardo, si è svolto presso l’auditorium del centro civico Giuseppe Verdi di Segrate un intero pomeriggio canoro, dal titolo “Laboratorio corale per voci femminili”, che alle 21 ha avuto come picco più elevato, appunto, il concerto del coro Philomela. Una giornata di festa, che è stata riassunta dal maestro Radaelli con poche ma toccanti parole: «Sensazioni forti, soddisfazioni, amicizie, quelle che solo la musica può dare».
Fin dalla sua costituzione, il coro ha intrapreso un attento e approfondito studio della vocalità, avvalendosi di maestri specialisti, con l’obiettivo di alzare il livello. Nato all’interno del coro parrocchiale, infatti, Philomela se nè presto separato per cercare una sua strada. Ciò che ha sempre contraddistinto il gruppo è la peculiarità del timbro, coltivato in anni di esecuzioni del genere “a cappella” in ogni ambiente e contesto, nonché la sua limpidezza e la malleabilità nell’adattarsi ai vari generi di repertorio. Tanti i concorsi nazionali e internazionali che hanno visto il gruppo protagonista, ottenendo consensi e riconoscimenti.
«Ciò che sicuramente fa grande il coro è l’affiatamento dei suoi membri» prosegue Radaelli, «Alcune coriste lavorano insieme da anni, dal momento della costituzione. Tutte, poi, sono impegnate nella ricerca di chiarezza e rigore interpretativo, nonché di grande espressività. Sono cose a cui io stesso tengo molto e cerco di trasmettere».
Il tutto in un repertorio vastissimo che, accanto alla solida base rinascimentale, annovera composizioni di ogni genere ed epoca. Da qualche tempo,
per esempio, il coro si sta dedicando alle produzioni del periodo romantico, non disdegnando novità e sperimentazioni che hanno determinato la formulazione di proposte concertistiche assai originali.  
Eleonora D’Errico