14 Luglio 2017

Cosa ci fa “Un eschimese in Amazzonia”? Presto potremmo scoprirlo visto che è il titolo del progetto teatrale della compagnia cernuschese The Baby Walk (foto di Lucia Menegatto) che ha vinto il Premio Scenario e con lui un finanziamento di 4mila euro con cui si potrà completare lo spettacolo. Già, perché il testo è stato presentato all’interno del Festival di Santarcangelo (provincia di Rimini), giunto alla sua 30esima edizione, e ha accolto il favore della giuria. La cosa davvero originale di questa kermesse, a cui hanno preso parte circa 150 compagnie, è che in concorso ci vanno opere incomplete e chi vince ottiene la possibilità di finirla. Una rappresentazione prima di 5 minuti a cui segue un colloquio con una giuria e un’altra rappresentazione di 20 minuti: quella, per intenderci, che ha convinto della bontà del progetto. «“Un eschimese in Amazzonia” si trova all’interno di una trilogia che affronta un  tema specifico: l’identità di genere», spiega Livia Ferracchiati, regista di The Baby Walk. «Il titolo è una citazione di un’attivista che mira a dimostrare come la transessualità non è da considerare una patologia». La compagnia cernuschese è nata nel 2015 ed è formata da cinque persone, tra i 26 e i 32 anni, che si sono conosciuti all’accademia “Paolo Grassi” durante il primo progetto della trilogia. E ne è nata un’amicizia, anche professionale, che in questi giorni ha dato il frutto più importante. «Siamo molto soddisfatti di questo riconoscimento» prosegue la regista che è presente anche sul palcoscenico. «Ora ci aspetta il debutto il 2 e il 3 dicembre a Bologna. Entro quella data il “nostro” eschimese dovrà essere pronto. Parliamo di uno spettacolo che lavora molto sulla ricerca del linguaggio. Abbiamo già molte idee precise su come completare l’opera, adesso dobbiamo assemblarle».