17 Gennaio 2020

Chiesa gremita mercoledì per dare l’ultimo saluto a Lorenzo Castelli, l’alpinista cernuschese di 47 anni che domenica ha perso la vita, a causa di un terribile volo nel vuoto, subito dopo aver scalato una cascata di ghiaccio. La tragedia si è consumata in Svizzera, precisamente a Poschiavo, nel Canton Grigioni. Lorenzo si trovava lì, insieme ad altri quattro amici, per compiere una delle imprese che tanto amava. E anche questa volta l’aveva portata a termine.
Il dramma, infatti, si è consumato mentre stava tornando indietro. Il cernuschese probabilmente ha appoggiato male un piede, perdendo l’equilibrio e compiendo un volo di circa 70 metri, andando anche a sbattere contro un lastrone di ghiaccio. I suoi compagni non hanno pituto fare nulla per salvarlo e hanno immediatamente dato l’allarme, ma ormai era tutto inutile. È pressoché impossibile cavarsela dopo una caduta del genere. A recuperare il corpo di Luca, in fondo a un dirupo, sono stati alcuni uomini della guardia aerea svizzera di soccorso, con l’ausilio di un elicottero e di alcuni alpinisti della zona, prontamente intervenuti. Eppure il cernuschese non era certo un principiante, visto che era istruttore di alpinismo del Cai milanese ed era stato anche direttore del corso di ghiaccio Sem, la società escursioni milanesi. Chi lo conosceva bene, parla di una persona prudente, a dispetto delle imprese che compiva. Sposato con Elena e papà di due bambine, stare a contatto con la natura e scalare le montagne era il suo grande amore. Basta vedere le foto che aveva postato sul suo profilo Facebook per rendersi conto di quanta passione nutriva per questo sport. Come da prassi, è stata aperta un’inchiesta per fare maggiore chiarezza sull’incidente, ma pare assodato che alla base della tragedia ci sia, per quanto inspiegabile vista la sua esperienza, l’errore umano.