23 Giugno 2017

Tra meno di 48 ore i cernuschesi saranno chiamati alle urne per decidere, al ballottaggio, il nome del loro sindaco per i prossimi cinque anni (salvo crisi di maggioranza durante il mandato). E domenica sera, intorno a mezzanotte, qualcuno aprirà la classica bottiglia di spumante. Da una parte troviamo Ermanno Zacchetti, assessore uscente dell’amministrazione Comincini, sostenuto da Pd e Vivere Cernusco; dall’altra parte Paola Malcangio, alla sua prima esperienza ufficiale in politica, anche se è un argomento di famiglia (il marito, Paolo Frigerio, ha ricoperto proprio la carica di sindaco a Cernusco negli anni ‘90) supportata da una coalizione formata da Lega Nord, Fratelli d’Italia, Cernusco Popolare e Cernusco Primaditutto, a cui si è apparentata dopo il primo turno Cernusco Civica. Il primo ha un vantaggio di 17 punti. Tanti, inutile negarlo. Tuttavia chi insegue è convinto di potere compiere il clamoroso sorpasso. E in queste due settimane, trascorse tra il primo turno e il ballottaggio, i toni si sono sicuramente alzati, più che altro sui social network. D’altronde la posta in palio è notevole. In particolare si è assistito a scambi di accuse e controaccuse nei confronti di coloro che, tagliati fuori dopo la prima consultazione, hanno deciso di prendere una posizione precisa su chi preferire come futuro sindaco. Da domani comunque arriverà il tanto atteso (ammettiamolo) silenzio elettorale e non ci sarà più spazio per altre polemiche. Almeno ufficialmente. La parola passa ai cernuschesi con l’auspicio (e questo è un pensiero che accomuna entrambi i candidati sindaco) che l’affluenza alle urne possa registrare percentuali importanti. In gioco c’è il futuro di un Comune. Rinunciare ad andare a votare significa, indirettamente, accettare passivamente i prossimi 5 anni politici cittadini, qualunque sia l’esito. E ogni lamentela sarebbe ingiustificata.