13 Gennaio 2023

Continua il gemellaggio virtuale di InFolio con la città di Cattolica, anche in questo caso per parlare di un esempio unico di alleanza tra il commercio e il territorio. Protagonista di questa puntata è la storica Pasticceria Staccoli, in attività nella cittadina romagnola dal 1952, che proprio lo scorso 19 dicembre ha inaugurato l’apertura di un nuovo locale, principalmente dedicato a una delle delizie più amate nel mondo: il cioccolato.
Staccoli Pasticceria e Cioccolateria sorge nelle vicinanze del locale principale, affiancando lo Staccoli Caffè, che dal 2002 serve prelibatezze a tutta la cittadinanza e ai turisti. La nuova apertura, però, presenta caratteristiche del tutto originali, che esprimono la sapienza di 70 anni nel mestiere e una passione, tramandata per quattro generazioni, sino a culminare nei progetti che ancora la famiglia Staccoli riserba per il futuro. «Fin da quando ero piccolo facevo il cioccolato» racconta Paolo Staccoli, pasticcere di terza generazione «avevo già una mia stanzetta privata dove lavoravo alle mie creazioni. Poi quando sono cresciuto ho continuato a imparare dai miei genitori e da mio nonno e ho proseguito gli studi anche all’estero: così ho avuto modo di coniugare le nuove tecniche di pasticceria con la tradizione, senza mai abbandonare l’artigianalità dei prodotti».
Ha poi seguito gli allargamenti della pasticceria e del laboratorio, mantenendo forte l’interesse per il processo di elaborazione della materia prima. Su tutti, l’ingrediente che Paolo mai si stancherà di studiare è senz’altro la fava di cacao. Così, a partire da novembre dell’anno scorso avvia quella che a tutti gli effetti è la sua piccola fabbrica di cioccolato: da quel momento la famiglia Staccoli si occupa, con una piccola filiera, della lavorazione artigianale che va dalla fava alla barretta. Il proprietario dichiara: «Il processo è molto interessante, perciò abbiamo aperto questa cioccolateria anche per comunicare ai clienti la nostra passione e fornire loro delle informazioni, in modo da nutrire sia il corpo che la mente».
All’interno del nuovo locale è infatti allestito un piccolo museo, per illustrare gli strumenti che venivano utilizzati in passato per la creazione di tavolette e cioccolatini. Così si permette all’osservatore di immergersi nella storia e trovarsi di fronte a oggetti unici, come le alzatine impiegate nelle pasticcerie, o le borse, colme di dolciumi, che i rappresentanti delle aziende cioccolatiere portavano con sé. Una sezione di questo museo è infine dedicata alle fasi di lavorazione della fava di cacao, perché come dichiara Davide Ferrero, tra i pasticceri responsabili della mostra, «Il buon cioccolato è dato certamente dalla materia prima, ma anche da una lavorazione consapevole, che richiede di mettere in campo tecnica e sapienza». Il tema della consapevolezza non può che tornare ancora, quando Paolo Staccoli sottolinea uno degli ulteriori traguardi della sua famiglia, in merito alla tutela dell’ambiente e dei contesti sociali in cui viene coltivata la pianta del cacao. «Occuparci dell’elaborazione del prodotto sin dal principio ci permette anche di prendere delle decisioni a monte di qualsiasi processo, che si incentrano sulla scelta di coltivazioni sostenibili e solidali nei confronti di chi ci lavora. In questo modo, riusciamo nel nostro piccolo ad aiutare un settore che è spesso in difficoltà e vittima di sfruttamento». Per esempio, una delle ultime creazioni della cioccolateria prevede l’utilizzo di fave del cacao provenienti da un’associazione di piccoli agricoltori del Nicaragua. «Il vantaggio collaterale» continua Staccoli «è che ogni volta si ottiene qualcosa di unico, anche perché qui presso il nostro laboratorio ricerchiamo sempre nuovi sapori e in questo modo riusciamo ad offrire un’esperienza di gusto completa al cliente».
Una delle novità introdotte con il museo del cioccolato è, inoltre, la possibilità di frequentare una serie di corsi di degustazione e altri corsi informativi, con l’opportunità imperdibile di entrare persino nel laboratorio, prendendo parte al processo di lavorazione del “cibo degli dei”. La necessità di comunicare con i non addetti ai lavori è infatti un’esigenza forte della famiglia Staccoli, che in futuro verrà coronata anche mediante progetti che coinvolgeranno le scuole del territorio.
Il rapporto con la città di Cattolica, d’altro canto, è quantomai stretto e destinato a consolidarsi sempre di più. A conclusione, infatti, il proprietario dichiara: «Il nostro è un locale storico che negli anni ha sempre dimostrato la propria affiliazione al paese, a partire dal Miacetto, dolce tipico di qui che ho insistito affinché venisse prodotto per tutto l’anno in modo da farlo conoscere tra i villeggianti, fino alle nuove creazioni, come il nostro particolare cioccolato con sale di Cervia, che ha tutto il sapore della Romagna».
Insomma, tra le tante soddisfazioni, la più grande è la possibilità di portare il carattere della propria terra e della propria famiglia in giro per il mondo.
Chiara Valnegri