02 Aprile 2021

BRUGHERIO - La riempiva di farmaci fino a drogarla e poi abusava di lei, filmandola. A finire in manette un brugherese di 46 anni che dovrà rispondere delle gravi accusa di violenza sessuale, sequestro di persona e revenge porn (la diffusione di immagini o filmati pornografici senza il consenso della persona interessata). La vittima è una 51enne, che aveva conosciuto l’uomo da circa un mese, nei giorni scorsi era stata soccorsa in strada per un malore. Portata all’ospedale San Gerardo di Monza, i medici avevano subito capito che aveva ingerito un numero eccessivo di farmaci e hanno comunque segnalato la vicenda ai carabinieri. In un primo momento si era ipotizzato un gesto autolesionistico, ma è stata la stessa donna a raccontare che era stato il 46enne a ridurla in quello stato e di avere abusato di lei, dopo averla tenuta legata e ammanettata. Insomma, la situazione si è chiarita quasi subito. Una volta dimessa la donna però è tornata dal suo aguzzino nel tentativo di convincerlo a non divulgare sui social un video che la ritraeva mentre veniva costretta a fare sesso. Una mossa davvero incauta, perché l’uomo l’ha bloccato e l’ha nuovamente drogata per violentarla ancora una volta. A porre termine a questo strazio è stato un vicino di casa, insospettito dagli insoliti rumori che provenivano dall’appartamento confinante. Ha così telefonato ai carabinieri che sono prontamente intervenuti, questa volta arrestando in flagranza di reato il brugherese. Nell’abitazioni i militari hanno anche rinvenuto, e posto sotto sequestro, corde, manette e perfino un collare per pratiche sadomaso. Le indagini avrebbero purtroppo confermato che l’uomo avrebbe diffuso filmati a luci rosse girati, proprio da lui, ad alcuni conoscenti. E i guai per lui nel frattempo sono raddoppiati. In carcere, infatti, gli è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare per maltrattamenti, a seguito di una denuncia nei suoi confronti firmata dalla ex moglie. Le accuse sono praticamente le stesse: violenze psicologiche e fisiche e diffusione di materiale porno che la ritraevano, senza che lei avesse acconsentito.