16 Novembre 2022

MILANO – Una maxi operazione della polizia, che ha preso il via nel febbraio 2021, riguardante il fenomeno dello spaccio in zone boschive milanesi e nell’hinterland ha visto chiudersi il cerchio con 15 arresti e 2 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini hanno permesso di accertare l’esistenza di una vera e propria associazione per delinquere con struttura verticistica, dedita al traffico di ingenti quantitativi di eroina, ma anche cocaina e hashish.

Caratterizzatasi come una joint venture tra un gruppo albanese e uno marocchino, l’associazione aveva come obiettivo il traffico all’ingrosso da rivendere successivamente al dettaglio nelle varie piazze di spaccio milanesi. Gli albanesi erano dotati di un’organizzazione stabile con divisione dei ruoli: chi si occupava di intrattenere i contatti con fornitori e clienti, nonché reperire direttamente dall’Albania e dalla Turchia i cospicui quantitativi di eroina; il cassiere del gruppo; l’addetto alla logistica che si  occupava della gestione dei veicoli necessari per il trasporto della droga (compresa la disposizione di farli controllare periodicamente per verificare la presenza di eventuali strumentazioni idonee alle intercettazioni), nonché di reperire la sostanza da taglio per la preparazione dell’eroina; gli addetti al taglio dell’eroina prima della vendita, preparandola all’interno di un appartamento adibito a laboratorio in viale Umbria.

Dall’altro lato, i magrebini, dopo che l’eroina veniva preparata in laboratorio dagli albanesi, la acquistavano in ingenti quantitativi per poi a loro volta tagliarla e immetterla nelle piazze di spaccio boschive che gestivano tra le quali il bosco di Rogoredo. E durante le indagini i poliziotti della Seconda Sezione della Squadra Mobile di Milano hanno arrestato in flagranza di reato diversi persone trovate in possesso di sostanza stupefacente e sequestrando complessivamente 25 chili di eroina, 33 di hashish, 134 grammi di cocaina e quasi 200mila euro quale provento dell’attività illecita. Inoltre è stato accertato a carico di due degli indagati albanesi condotte illecite di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione. I due, infatti, sono risultati “proprietari” di numerose postazioni, in zona Lambrate e sulla Strada Provinciale 40 a Carpiano, che affittavano a molte prostitute, facendosi pagare, per la sola occupazione, un “canone” mensile che oscillava da 500 a 1.000 euro.