18 Maggio 2018

Cambia il reato contestato e la pena viene ridotta. Il verdetto in appello, sulla famosa vicenda legata al Bistrò, sorride parzialmente all’ex sindaco Antonio Falletta, anche se non lo soddisfa. Da un anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa, si passa a 8 mesi, e non si parla più di tentata concussione, ma di tentata induzione indebita. «Mi aspettavo un altro risultato, inutile negarlo» ammette Falletta, «Tuttavia constato con piacere che le minacce e la pressione nei confronti dell’ex comandante della polizia locale sono state escluse. Per me resta un’ingiustizia. C’era un parere legale di un avvocato e io ho semplicemente firmato un atto, rifacendomi a quello. Niente di più. Di sicuro sono deciso a non fermarmi qui e andrò in Cassazione». La questione, in breve: Il Bistrò era fortemente debitore nei confronti del Comune e Falletta non volle chiuderlo, ma continuare a lasciarlo aperto. «C’era un piano di rientro di 5mila euro al mese con Equitalia, chiudenderlo, come poi si è fatto, ha portato al risultato che il debito non è più stato saldato. Qual è stato il vero danno per il Comune?». In primo grado Falletta era stato condannato anche al risarcimento dei danni non patrimoniali in favore della parte civile, il Comune di Peschiera Borromeo, quantificati in 20mila euro. «Sinceramente non so se in appello questa cifra sia stata confermata o meno» prosegue l’ex primo cittadino. «Nella nota che mi ha fatto pervenire il mio avvocato non se ne parla. Visto che il reato è cambiato, e la pena dimezzata, mi aspetto che questo possa valere anche per il risarcimento economico, ma non posso assolutamente confermare se sia così. Aspetto le motivazioni della sentenza per capirlo e anche per impugnarla in Cassazione».