24 Febbraio 2023

Si divide tra la professione di odontotecnico e il suo ruolo nel direttivo della sezione locale della Fidas. Eppure Rolando Reichel, peschierese 63enne, trova anche il tempo per la sua grande passione: assemblare modellini in legno di velieri storici. «Mi sono avvicinato a questo mondo nel 2015, quando avevo iniziato a lavorare mezza giornata» racconta Rolando. «Il merito è anche di mio cugino che è esperto di questo settore». A oggi, Reichel ha realizzato ben otto vascelli che custodisce fra la sua abitazione di Mezzate e la sua casa in montagna. Dal 30 Avanti Cristo, con la bireme romana di Cesare, fino all’Ottocento con la corvetta francese Astrolabe: Reichel non è appassionato di un periodo storico preciso, ma ogni imbarcazione che costruisce diventa l’occasione per approfondire tutte le sfaccettature degli anni in cui quella solcava i mari. «Preferisco le navi da guerra, specialmente se hanno tante fila di cannoni» specifica. È proprio quest’ultima caratteristica che lo ha portato a scegliere, sull’Amerigo Vespucci, l’inglese Hms Victory, che è insieme il suo più grande progetto e traguardo. È stata realizzata in 766 ore, distribuite nell’arco di tre anni. I dettagli sono davvero incredibili: le scialuppe di salvataggio, le piastrine di rame, le vele. Un lavoro certosino che non ha prezzo: «È capitato che i miei amici mi chiedessero di comprare una delle mie miniature oppure di costruirgliene una, ma io ho sempre risposto di no» aggiunge Reichel. «Non riuscirei a separarmene, dopo l’impegno e il tempo dedicato». Infatti, impiega dai tre ai sei mesi anche solo per creare le barche più piccole. Tutto parte dall’acquisto delle scatole di montaggio, che racchiudono le componenti del vascello, che poi leviga, secondo tecniche che sono frutto del suo ingegno e della sua esperienza, in un locale di casa sua adibito a laboratorio. Poi passa in cucina per incastonare le varie parti, comprese le vele che, talvolta, tagliando e cucendo, realizza lui stesso. Ma quale sarà il suo prossimo progetto? «Dopo la Victory, mi sono preso una pausa, ma vorrei comporre un altro veliero più piccolo da esporre sulla mensola più alta della sala».
Chiara Fasoli