Il consiglio comunale di Peschiera

L'ammutinamento nei confronti del sindaco arriva nella settimana delle dimissioni di Zambon da segretario cittadino dei democratici

27 Marzo 2015

Luca Zambon non è più il segretario cittadino del Pd. Il sindaco ha rassegnato le dimissioni martedì nel corso dell’assemblea degli iscritti del Circolo. Una decisione che era nell’aria e che chiude la sua segreteria avviata nel novembre 2013. Convocato per il 19 aprile alle 9.30 il congresso che rinnoverà le cariche. Si apre ora la corsa alla sua successione all’interno di un partito a livello locale in difficoltà per la frattura in atto: da una parte i filo zamboniani, più vicini ai rappresentanti della lista civica Nota (confluiti nuovamente nel Pd alla fine dello scorso anno dopo l’espulsione del 2007), dall’altra la corrente diciamo “purista” del Pd che non ha mai digerito il reinserimento di chi 8 anni fa aveva decretato la fine anticipata del governo Tabacchi consegnando la città al centrodestra. E mercoledì sera in consiglio comunale si è avuta la riprova di questa frattura con la presa di posizione di 6 esponenti pd (il capogruppo Moreno Mazzola, la presidente del consiglio comunale Antonella Parisotto, Roberto Galimberti, Anna Baratella, Giancarlo Capriglia e Lorenzo Tadiello) di lasciare l’aula prima della discussione della delibera sul regolamento comunale sul servizio di autonoleggio, poi bocciata dall’opposizione. Un avvertimento diretto al sindaco. Sì alla fedeltà al programma elettorale, ma nel rispetto dei ruoli e dei numeri usciti dalle elezioni. Della serie, qui non comandano Silvio Chiapella & Co. Mercoledì i democratici avevano diffuso questa nota: «L’assemblea degli iscritti prende atto delle dimissioni del segretario Zambon che ringrazia del lavoro svolto e dei risultati rilevanti raggiunti sotto la sua direzione e conferma il pieno sostegno alla sua azione amministrativa». Ma la realtà dei fatti è un’altra: quella di un partito spaccato che difficilmente arriverà al congresso con una proposta unitaria per l’elezione del nuovo segretario. I 6 hanno deciso di mantenere (per ora) le bocche cucite, parla il sindaco Zambon che attacca: «Purtroppo ognuno ha i suoi Fassina. Quello che è accaduto assomiglia molto a ciò che avviene nel Pd in ambito nazionale. Come Renzi non si fa ricattare da una minoranza, allo stesso modo non ho intenzione di farmi condizionare da certi giochetti che sanno di vecchia politica. Certi atteggiamenti sono da irresponsabili. Il mio impegno sarà ancora più forte di prima. Sono stato eletto dai cittadini di Peschiera e rispondo a loro». Dall’opposizione assistono increduli allo scontro. Così Davide Toselli (M5S): «In aula hanno trasmesso l’ammutinamento del Bounty. Sempre un bel film». Per Forza Italia e Noi di Peschiera: «Sindaco e assessore sono stati sfiduciati dai dissidenti del Pd che li hanno isolati in segno di protesta contro l’alleanza Zambon-Buzzella-Chiapella che, senza confrontarsi con nessuno, sta portando avanti solo le delibere del pii di Bellaria e l’assegnazione degli incarichi per la vendita delle farmacie comunali, bloccando l’attività amministrativa. Per il bene della città chiediamo a Zambon responsabilità: deve scegliere da che parte stare o dimettersi».