24 Gennaio 2020

Il consigliere del gruppo misto, Massimo Chiodo, ottiene l’archiviazione del procedimento penale che lo ha visto imputato a seguito di una querela del sindaco Caterina Molinari, dell’assessore Raffaele Vailati (ai tempi consigliere comunale) e dell’ex componente di giunta Chiara Gatti. Il motivo? Dei video su Facebook di due anni fa in cui denunciava delle criticità circa la procedura di gara per l’aggiudicazione della gestione del teatro De Sica. Nei video in questione Chiodo, secondo i querelanti, avrebbe accusato gli stessi di aver violato il codice degli appalti e, in altri post condivisi sul web, avrebbe offeso la reputazione dei tre politici. «Analizzati i fatti, il procuratore Piero Basilone ha ritenuto non solo che la notizia di reato fosse infondata, ma che il sottoscritto ha esercitato il suo ruolo di consigliere di opposizione in modo esemplare, informando i cittadini di presunte irregolarità», afferma Chiodo. «Nella richiesta di archiviazione si spiega come il diritto di informazione sia, di fatto, superiore a quello di critica e superiore anche al fatto che qualcuno possa ritenersi offeso. Tra l’altro loro si sono sentiti diffamati dal fatto che io li abbia definiti dei bugiardi seriali, cosa che corrisponde alla realtà, in quanto sono andati contro a quanto, all’epoca, il segretario comunale aveva detto a proposito di quella vicenda. Lasciamo poi stare il carattere infamante della loro denuncia. Temo che siano rimasti infastiditi dall’enorme quantità di visualizzazioni che i miei video avevano riscosso. Ora non mi resta che accertarmi che i soldi spesi per questa causa penale non siano dei contribuenti, dato che mi hanno querelato in qualità di sindaco, assessore e consigliere. Poi vedrò con i miei avvocati come rifarmi sulle loro persone in chiave di risarcimenti vari». Una vicenda giudiziaria che si unisce a un’altra per la quale Chiodo aspetta l’esito a marzo: «Questa denuncia, invece, riguarda i presunti insulti che avrei rivolto al sindaco in aula. Anche in questo caso mi aspetto l’archiviazione, in quanto i fatti non sono andati come loro sostengono e il querelante, il comandante della polizia locale, ha raccolto testimonianze in modo quantomeno dubbio».  
Mattia Rigodanza