30 Giugno 2020

Dopo molti anni, infinite vicissitudini giudiziarie e moltissime polemiche, la ex PostalMarket di San Bovio sembra aver finalmente trovato un nuovo proprietario. “Dopo varie aste andate deserte, l’ultima ha visto l’assegnazione della struttura”, ha dichiarato il sindaco Caterina Molinari. “La  vendita non è ancora stata perfezionata e la proprietà è ancora in mano al curatore, ma so che sono già stati presi contatti con gli uffici comunali per capire cosa è realizzabile in loco a fronte degli strumenti urbanistici attualmente a disposizione. Detto questo, io non ho ancora ricevuto richieste di colloquio dalla nuova proprietà”.

Quando tutto sembra essere sulla strada giusta per risolvere un’annosa questione che rischiava di diventare una matassa troppo intricata per essere sciolta, ecco che però spuntano nuovi problemi. A quanto pare, infatti, l’asta riguardava solo parte della struttura, in particolare i lotti che comprendono il capannone che una volta ospitava i magazzini della nota azienda commerciale. Quelli che racchiudono le attività che affacciano su via Trieste e i locali appena dentro la struttura, invece, sembra appartenessero a una società, sottoposta a pignoramento, che avrebbe recentemente venduto alla stessa che si è aggiudicata l’asta, tramite compravendita regolare. Il dottor Francesco De Candia, che da quasi due anni pagava un affitto per il suo studio osteopatico, si è trovato a dover lasciare la sua attività ad aprila, nell’arco di appena un mese, in pieno lockdown. “Venuto a sapere della compravendita effettuata, ho chiesto alla persona a cui pagavo l’affitto, che è anch’egli proprietario di un negozio del complesso, di girarmi i contatti della nuova proprietà, in modo da potergli proporre lo stesso contratto di locazione”, ha spiegato De Candia. “Solo allora ho scoperto di essere, in realtà, in subaffitto, e che quello che pensavo fosse il proprietario di tutto il lotto pagava anch’esso un affitto a una società terza, quella che aveva appena venduto. Se fossi stato a conoscenza della realtà, non avrei mai accettato le condizioni contrattuali. Purtroppo, però, a quanto pare sarei dovuto essere io a richiedere una visura catastale prima di intraprendere qualsiasi rapporto”.

Al momento non risultano irregolarità da parte di chi ha gestito quei lotti negli ultimi anni. Fatto è che, in piena crisi sanitaria e durante la quarantena, alcune vicissitudini diventano ancora più spiacevoli. “Ho dovuto mollare tutto in fretta e furia perché quello che credevo fosse il proprietario aveva urgenza di ripristinare i locali in seguito alla vendita della struttura”, ha raccontato l’osteopata. “Per venirmi incontro del disagio creato, si è però offerto di pagare gli operai e i lavori che ho dovuto eseguire nello studio nuovo che ho fortunatamente trovato in tempi brevi grazie anche ai miei collaboratori, tra i quali la dottoressa Marina Leto di Priolo, molto conosciuta a Peschiera Borromeo”. Tutto è bene ciò che finisce bene, e se servisse un bravo osteopata in zona, rivolgersi allo Studio Green Light di via Veneto 9. 

Mattia Rigodanza