17 Febbraio 2017

I residenti di Bellaria alzano la voce. All’indomani della decisione della Corte di Stato di bloccare i lavori di riqualificazione della zona, che prevedevano tra le altre cose anche la costruzione di una piazza e della scuola materna, i cittadini si trovano nuovamente in un vicolo cieco. Il piano integrato che era stato presentato anni fa alle persone che si apprestavano a comprare casa tra la Paullese e la Mapei è stato dichiarato irrealizzabile, almeno per quanto riguarda la scuola e il parco, ma la zona necessita comunque di una profonda bonifica delle aree verdi e di una piazza tra i lotti, progetti ancora perfettamente attuabili. «Ci chiediamo come sia possibile che nonostante la crucialità della questione, che ha rappresentato uno snodo fondamentale per le ultime amministrazioni a Peschiera, non sia stato possibile produrre un piano B», spiega Carlo Frioli, portavoce dei residenti. «La sentenza deve essere un punto di partenza per una serie di manovre da apportare in questa zona con estrema urgenza, perché ci sono famiglie che aspettano la realizzazione di queste opere da quando hanno acquistato casa qui più di sei anni fa». Lo stesso gruppo di persone che in questi giorni sta manifestando il suo disagio sostiene di aver fatto protocollare in Comune l’ennesima richiesta di incontro proprio il 26 gennaio, il giorno dopo aver saputo della sentenza del Consiglio di Stato, senza ricevere alcuna risposta da parte delle istituzioni, nonostante i numerosi solleciti via mail. «Non si può più aspettare, sia perché il piano integrato è incompleto da sempre, sia perché i soldi lasciati in fideiussione dall’azienda edificatrice al Comune per coprire le spese di seconda edilizia sono fermi, nonostante la delibera che permette almeno la costruzione della piazza sia stata emessa il maggio scorso». I residenti di Bellaria negli scorsi anni hanno più volte chiesto alle giunte che si sono susseguite di escutere le fideiussioni rilasciate da Idea Fimit, compagnia responsabile della costruzione di alcuni dei lotti più grandi, almeno per cominciare i lavori, ma le risposte, le poche volte che sono arrivate, sono state evasive o comunque negative: «Quei soldi non si possono riscuotere unilateralmente, ma il costruttore ha già dato il via libera per poter iniziare alcuni lavori», sostengono gli abitanti del rione. Fino ad ora gli è sempre stato risposto che si stanno studiando le carte e che in attesa che si sblocchi la situazione avrebbero provveduto ad apportare le migliorie che servono, ma ad oggi manca ancora la pensilina dello scuolabus, il cumulo di macerie ai lati di via Fallacci, che tra l’altro potrebbe risultare dannoso per la salute di chi vi abita vicino, non è stato ancora rimosso e l’unico intervento fatto sembra che sia stata l’istallazione di quattro cestini. «Alla luce delle ultime sentenze e scaduti i termini che c’erano stati dati dal Comune nei soli due incontri avuti fino ad ora, non possiamo più accettare che si stiano ancora studiando le carte. Nel caso la situazione si protragga ancora a lungo valuteremo azioni di protesta», concludono i cittadini di Bellaria.
Mattia Rigodanza