14 Giugno 2019

Un quartiere vivo e pieno di persone che si spendono per la collettività, ma anche un rione che la politica degli ultimi 20 anni ha lasciato ai margini. Linate vive in bilico tra la voglia di riscatto e una burocrazia che ne depreda il bene comune. «Sono tante le criticità che si possono notare attraversando la frazione», spiega Gaetano Gazzola, presidente del Comitato per Linate. «Quelle che stanno in cima alle nostre priorità riguardano Cascina Lorini, stabile diroccato e lasciato al degrado da troppi anni. Questa vicenda è stata il cavallo di battaglia di partiti e liste in più tornate elettorali. Con la promessa di recuperare l’area, dopo averla abbattuta e bonificata, hanno iniziato a nascondersi dietro cavilli burocratici che ci impediscono tuttora di dare sfogo alle nostre proposte di riqualifica. Fino all’anno scorso nel piano triennale di opere pubbliche, veniva indicata la demolizione della Cascina per un costo di 100mila euro. Da quest’anno, invece, quella voce è sparita dal piano perché i costi ristimati sarebbero inferiori e quindi non sufficienti per inserire l’opera nel programma. A questo si aggiunge la chiamata in causa delle Belle Arti, cosa incomprensibile dato lo scenario deturpante in cui verte lo stabile. Ora, tramite una determina di appena 8mila euro, il Comune intende pulire l’area e togliere detriti in eccesso, senza affrontare il problema strutturale di un edificio molto pericoloso. Considerando, inoltre, che proprio accanto a quello stabile ci vivono famiglie, persone anziane e indigenti, ci sembra che sia importante agire subito e risolvere il problema una volta per tutte. Il paradosso sta nel fatto che da una relazione elaborata dagli uffici tecnici il 22 maggio, risulta evidente lo stato di pericolosità e di instabilità in cui verte la struttura. Le persone meritano risposte».
Mattia Rigodanza