10 Maggio 2019

L’istituzione di un fondo a rimborso delle spese sostenute dai cittadini per danni subiti nelle loro proprietà causati da furti o rapine, oltre a eventuali spese mediche dovute ad aggressioni. Detta così sembra una cosa talmente sensata da risultare sacrosanta e, quindi, impossibile da bocciare. Invece il consiglio comunale è riuscito a scontrarsi anche su questa proposta nel momento in cui, dopo l’ordinario iter, sembrava a un passo dalla sua approvazione. «Stavamo lavorando a un fondo di questo tipo, legato a un tetto Isee specifico come succede nel comune di Milano, da ottobre», racconta Davide Toselli, capogruppo del Movimento 5 Stelle e firmatario della mozione. «Ne abbiamo discusso tanto in commissione e addirittura l’assessorato alle Politiche Sociali aveva proposto di aprire un fondo comunale invece che uno assicurativo, per risparmiare su burocrazia e tempistiche, e di alzare il tetto da 15mila a 20mila euro e di non limitare la copertura ai soli anziani. A dicembre avevamo portato la proposta in consiglio comunale ed era stata accolta da tutti. Sono sempre stato disposto ad accettare tutte le modifiche proposte dalla maggioranza, ma loro non sono aperti al dialogo quanto me». Durante l’ultima commissione, infatti, l’amministrazione ha proposto di abbassare il tetto Isee a 6mila euro in quanto deve rientrare nei canoni del distretto sociale. «Così non va bene», taglia corto Toselli. «Dovevano dirlo prima. Il tetto di povertà è circa 9mila euro, chi potrà beneficiare di questo fondo? Nessuno perché chi vive sotto la soglia di povertà è indigente e non ha beni che si possano rubare. La verità è che la maggioranza o non fa pervenire i dati necessari o ne dà alcuni inesatti. Fanno confronti impari con i furti a Milano e dicono, però, che alzeranno il tetto Isee se andrà bene un primo periodo di prova, quando avevano appena affermato che non si può perché bisognerebbe aumentare quello di tutto il distretto sociale. Questa è un’enorme contraddizione. In un anno di prova non potranno valutare il progetto perché potrà beneficiarne forse una famiglia, non di più. La mia sensazione è che vogliano farla passare come una loro iniziativa tra un anno. È scorretto, farò battaglia».  
Mattia Rigodanza