23 Novembre 2017

Il mondo islamico come non l’abbiamo mai visto, dietro le mura dei pregiudizi e dei luoghi comuni: questo il messaggio del nuovo libro di Rania Ibrahim intitolato “Islam in Love”. Rania, 41 anni, gli ultimi 14 dei quali vissuti a Peschiera, è arrivata in Italia dall’Egitto quando ne aveva appena 2 e qui ha trovato la sua dimensione, le sue amicizie e la sua famiglia. «Sono felicemente sposata e mamma di 4 bambini. Mi piace vivere a Peschiera, una città a misura di famiglia». Giornalista, Rania ha deciso di affrontare argomenti considerati tabù per il mondo musulmano e allo stesso momento di cercare di abbattere quelle barriere che l’occidente nel tempo ha eretto per prendere le distanze dall’islam e dalle sue tradizioni. «Il mio romanzo parla di passione», spiega la scrittrice. «È una storia d’amore tra una ragazza egiziana e un giovane inglese proveniente da una famiglia vicina all’estrema destra. Uno scontro tra culture che può però trasformarsi in un incontro costruttivo e sincero, la storia di un amore utopico che ci insegna che non è poi così difficile, se lo si vuole veramente, far cadere le barriere che ci separano, indipendentemente dalla loro altezza». Rania sostiene che non c’è nulla di autobiografico e che si è servita solo dei suoi ricordi adolescenziali per tracciare le esperienze personali della protagonista, Laila, che si trova a fare i conti con il suo corpo e la sua sessualità, in un mondo dove l’erotismo è spesso considerato un argomento off limits. «Il mondo deve capire che dietro il velo ci sono ragazze normalissime, che hanno a che fare con problemi comuni quali la pubertà, e che vivono le stesse preoccupazioni e angosce tipiche di tutti gli adolescenti», spiega la giornalista. Durante la narrazione ricorrono numerose simbologie che attraversano tutto il mondo islamico concentrandosi sulle emozioni e le pulsioni che ogni ragazza musulmana vive sotto il velo. Si percorre così il punto di vista di Laila e il suo tumultuoso flusso di pensieri che culmina nella consapevolezza che solo l’amore può abbattere i muri che la società erige tra culture diverse. «Dobbiamo cambiare», conclude Rania. «perché è la società la prima a farlo. Deve cambiare il mondo della scuola, per esempio, dove c’è ancora tanta diffidenza verso chi è diverso. Dobbiamo imparare ad accettare le differenze proprio perché viviamo in un mondo che ormai è pieno di diversità. Ci vuole interazione, più che integrazione. Quando capiremo che i muri sono solo mentali, vivremo in un posto migliore».
Mattia Rigodanza